«Benché già consapevole che mio padre fosse "scrittore", non avevo la più vaga idea di quanto stesse scrivendo»: così racconta Dmitri Nabokov, unico figlio di Vladimir Nabokov nonché suo traduttore di quest’opera poco nota da noi: L’incantatore (Volshebnik, 1940).
La storia della nascita del romanzo è un romanzo in sé: una delle bombe hitleriane su Parigi cadde sulla casa dei Nabokov durante la stesura del testo, ma la famiglia era già in viaggio per l’America; la nave su cui viaggiarono affondò, ma solo dopo che lo scrittore e i suoi cari furono in salvo. Un’aura sembrava avvolgere la nascita del testo, «primo vago palpito di Lolita» - nelle parole di Vladimir - che lo attraversò ai primi inizi del 1940: solo nel 1949, in terra straniera, il palpito tornò a tormentare lo scrittore esule: era il primo vagito di Lolita.
Lo sfondo su cui si muovono i tre personaggi - un quarantenne vizioso, un’innocente ragazzina di dodici anni e la sua patetica madre malata - è la Francia di fine anni Trenta, da Parigi alla Costa Azzurra, meta finale dell’affannoso viaggio del protagonista con la sua piccola vittima. Protagonista che appare, attraverso il prisma dell’ironia nabokoviana, sotto luci contrastanti: da un lato essere perverso che osa l’impossibile per soddisfare gli istinti, dall’altro uomo che nei rari momenti di lucidità vuole fuggire da se stesso e, disgustato, cerca di riscattarsi.
Ancora una volta Nabokov si dimostra maestro insuperabile di stile, alternando alla piana narrazione dei fatti metafore abbaglianti, incursioni in un mondo di fantasie fiabesche, implacabili analisi interiori, distorsioni visive e percettive che trasmettono al lettore i turbamenti e le oscillazioni psichiche del suo antieroe. Ma a scandire il ritmo del romanzo sono soprattutto l’incalzare della suspense e il gioco degli imprevisti disseminati dal destino sul percorso tortuoso del protagonista, intento a ordire la sua trama mentre corre verso la rovina.
Tutto questo lo stesso Nabokov era convinto fosse ormai perso: la "ninfetta" de L’incantatore «ero convinto di averla distrutta ma oggi [1959], mentre raccoglievo del materiale da spedire alla Library of Congress, è saltato fuori l’unico esemplare del racconto».
Bombe naziste, l’ira dell’Atlantico, l’oblio dei cassetti... niente è riuscito a fermare L’incantatore, giunto in Italia nel 1987 per Guanda ed ora riproposto in una splendida edizione da Adelphi.
L’incantatore di Vladimir Nabokov (Adelphi) pag. 104 - Euro 11,90 - ISBN
978-88-459-2612-9
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