Colti da una incontrollabile nostalgia per film legati al tema della vendetta, abbiamo deciso di rivederci V per vendetta (2005), un adattamento per il cinema dei fratelli Wachowski (quelli di Matrix) di una serie a fumetti scritta da Alan Moore e disegnata da David Lloyd, diretto da James McTeigue e la Trilogia della vendetta del regista sudcoreano Park Chan-Wook: in ordine di uscita: Mr. Vendetta (2002), Old Boy (2003) e Lady Vendetta (2005).
V per Vendetta è una storia ambientata in una Londra futuristica, ma non troppo, governata da uno stato repressivo a cui si oppone V, un misterioso individuo, con il volto sempre coperto dalla maschera sorridente di Guy Fawkes, cospiratore britannico che nel 1605 cercò di far saltare in aria il parlamento inglese.
Il film, pur lasciando spazio a numerose riflessioni, si presenta come un cocktail esplosivo che unisce effetti speciali ad un ritmo incalzante sempre incanalato su un’amara quanto sottile e disillusa ironia.
“I popoli non dovrebbero aver paura dei propri governi: sono i governi che dovrebbero aver paura dei popoli.” (V, da John Basil Barnhill).
Il protagonista, V, oscilla costantemente tra un eroe cappa e spada, romantico in maniera retrò e la presa di coscienza di una sua natura violenta e anarchica.
“Nascondi ciò che sono e aiutami a trovare la maschera più adatta alle mie intenzioni.” (V, dal Macbeth, Shakespeare).
La trilogia di Park Chan-Wook invece affronta il tema della vendetta in modo totalmente diverso e personale, con richiami che attraversano tutti e tre i film e con attori del calibro di Choi Min-sik, Lee Yeong-ae e Yoo Ji-tae, memorabili nel loro ruolo in cui si immedesimano alla perfezione.
“Sorridi, e il mondo sorriderà con te. Piangi, e piangerai da solo.” (Oh Dae-su - Old Boy)
In Mr. Vendetta è impegnato un giovane sordomuto che vuole a tutti i costi aiutare la sorella bisognosa di un trapianto di rene. Per questo motivo finisce coinvolto in un vortice di azioni/reazioni che avranno conseguenze tanto tragiche quanto ineluttabili.
In Old Boy un uomo si trova in una situazione Kafkiana: viene imprigionato in una stanza, rimanendo da solo in compagnia unicamente di un televisore per quindici lunghi anni. Senza saperne la ragione. Senza riuscire a capire chi possa odiarlo a tal punto da tenerlo prigioniero in quel modo.
In Lady Vendetta infine, una bellissima donna esce di prigione dopo aver scontato una pesante condanna per aver prima rapito e poi ucciso un bambino.
“Quindici anni di allenamento immaginario, possono essere d’aiuto nella vita reale? Certo che possono” (Oh Dae-su - Old Boy)
Tre film molto diversi che però, rivisti tutti di un fiato, danno la chiara percezione di avere indissolubili legami che vanno al di là delle singole storie.
La regia in alcuni momenti ricorda il miglior Antonioni con un pregiato gusto dell’immagine e della fotografia, con inquadrature che lasciano il segno e che troppo spesso nel cinema di oggi si perdono a scapito del dialogo logorroico e dell’effetto speciale.
“Ricorda, sia un granello di sabbia che una roccia nell'acqua affondano allo stesso modo.” (Lee Woo-Jin - Old Boy)
Sempre rimanendo in tema, da ricordare anche Bittersweet Life (2005) film diretto da Kim Ji-Woon, che ricorda per certi versi il Revenge-Vendetta (1990) di Tony Scott, con Kevin Costner e Anthony Quinn. Sun-woo, braccio destro di un potente boss mafioso deve sorvegliare la giovane fidanzata, forse infedele. Sun-woo, scopre l'amante della fidanzata del suo boss, ma lo lascia andare, trasgredendo cosi agli ordini. Questa scelta lo condanna a una terribile punizione da parte del capo. Per questo, una volta liberatosi dalla prigionia, andrà in cerca di vendetta.
“Mangiare del tofu così bianco aiuta a restare puri e a non cadere più nel peccato.” (Geum-ja Lee – Lady Vendetta)
E visto che siamo in argomento vale la pena segnalare che il cinema dell’estremo Oriente tornerà nelle nostre sale con Il buono, il matto, il cattivo, ovvero The Good, The Bad, The Weird, sempre di Kim Jee-woon, omaggio a Sergio Leone e Detective Dee e il mistero della fiamma fantasma film applaudito all’ultima Mostra di Venezia, del regista di Hong Kong Tsui Hark (Seven Swords), ambientato nel 690 d.C., durante la dinastia Tang nella città di Luoyang dove si sta costruendo un’enorme statua buddista per la salita al trono della prima imperatrice donna. Morti misteriose per autocombustione costringono l’imperatrice a chiamare Detective Dee per risolvere il caso.
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