Il suo ultimo romanzo, Le Rose nere di Firenze affronta il tema delle sette sataniche. Firenze è lo scenario di molti suoi romanzi che sono diventati bestsellers nei paesi anglofobi, specialmente in Gran Bretagna e negli Stati Uniti... Stiamo parlando di Michele Giuttari, autore di Compagni di sangue, Scarabeo, La Loggia degli innocenti, Il Mostro. Anatomia di un'indagine, Il Basilisco, La Donna della ‘Ndrangheta e il più recente Le Rose Nere di Firenze.

Il suo sito ufficiale è http://www.michelegiuttari.com

Susanna Daniele lo ha intervistato per Thriller Magazine.

La sua attività di scrittore è iniziata con “Compagni di sangue” oppure c’è stata qualche prova precedente?

Ufficialmente è iniziata con questa opera, scritta a quattro mani con Carlo Lucarelli. In realtà mi è sempre piaciuto raccontare storie, tanto che quando agli inizi degli anni ’80 in Calabria mi occupavo di sequestri di persona a scopo di estorsione, “Polizia Moderna” mi chiese un articolo su questo argomento. Mandai un testo lunghissimo: già da allora mi facevo trascinare dalla narrazione.

Negli anni poi avvertii sempre più forte la voglia di scrivere, di raccontare storie attingendo alla mia esperienza professionale. E l’occasione mi è stata fornita nel 1997 quando scrissi, insieme a Carlo Lucarelli, delle vicende legate al celeberrimo caso del “mostro di Firenze” dopo la sentenza di prima grado. Quella è stata un’indagine che ha profondamente innovato il metodo e la filosofia investigativa nella ricerca dei serial killer e ho voluto spiegare ai lettori interessati il metodo che avevo adottato e che è stato confermata fino all’ultimo grado di giudizio. Oggi, infatti, di quella storia abbastanza tormentata sappiamo con assoluta certezza alcuni degli esecutori materiali degli ultimi quattro duplici omicidi. E tutte le piste alternative che di tanto in tanto vengono propalate come ipotesi attendibili (es. “pista sarda” con serial killer solitario) sono prive di fondamento fattuale oltre che logico.

Quanta parte dell’attività investigativa è riflessa nei suoi romanzi?

Moltissima, trasfondo le mie esperienze trentennali nel personaggio che ho creato, il commissario Ferrara. Quando scrivo la mia fantasia va a pescare nel pozzo dei miei ricordi e li colloca in altro contesto spazio — temporale.

L'intervista integrale la trovate in rubriche/11445