Il duemila ha segnato il passo nel nostro paese al giallo di letteratura scandinava, toccando le corde dei lettori e degli appassionati.
Certo non possono mancare le proposte della Casa Editrice Iperborea, specializzata in letteratura dei paesi del Nord Europa, che ci sta deliziando con alcuni titoli di grande rilievo nella sua collana Ombre dedicata alla narrativa di genere.
Intanto, per citare un detto popolare che ogni mondo è paese, in Scandinavia oltre il 60% dei libri pubblicati sono gialli e i gialli proposti dalla casa editrice milanese sono della migliore tradizione, parlano di grandi temi che vanno dal degrado delle periferie all’infanzia rubata, fino alla trama tra politica e criminalità.
Le grandi logiche del mercato in questo momento chiedono il genere, ma occorre prestare attenzione anche alla qualità. È di qualità che parliamo presentando questo romanzo di Matti Ronkä, L’uomo con la faccia da assassino. Bel titolo, accattivante, terribilmente coinvolgente.
Viktor Kärppä è il protagonista di questa storia, immigrato dall’ex Unione Sovietica, originario della Carelia, bilingue, vive a Helsinki e possiede ottime conoscenze della società russa che ha esportato di qua del Baltico una criminalità feroce e spietata.
Hai la faccia da assassino gli dicevano, e quella è rimasta. Si guadagna da vivere come investigatore privato, ma anche come trafficante di vario genere di merci al limite della legalità. Non ruba, non si mischia in affari poco leciti e, nonostante la sua faccia da assassino, non uccide e si limita a fornire aiuto. La polizia finlandese lo utilizza come talpa per le sue ottime conoscenze nel mondo della criminalità russa.
Quando viene assoldato da Aarne Larsson perché ritrovi la moglie estone di trent’anni più giovane della quale si sono perse le tracce, scopre di essersi infilato in una brutta storia.
La donna si chiama Sirje, molto bella e attraente, e soprattutto è la sorella di Jaak Lillepuu, uno dei criminali più spietati del Baltico. E la sua indagine inizia a coinvolgere troppe persone che incominciano a interessarsi al caso.
Ambientato a Helsinki, Tallin e in Russia, Ronkä ci presenta una spaccato di società con un problema serio legato all’identità delle minoranze di frontiera e viene raccontato con un linguaggio svuotato di retorica e privo di manierismi. Ciò è sicuramente dovuto al suo grande talento narrativo.
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