Nel 2007 un film ha girato tutta Europa e partecipato a numerosi festival anche d’oltreoceano: malgrado l’Italia non ne abbia avuto notizia, “Fighter” della danese Natasha Arthy è fra i più sorprendenti film del decennio, perché affronta lo spinoso tema dell’inserimento culturale dei musulmani nelle città occidentali. In realtà per l’Italia affronta ben due temi intoccabili: l’islam e... il cinema di arti marziali!
Aicha (una strepitosa Semra Turan) è una ragazza turca che vive nella sua comunità in un quartiere di Copenhagen. È musulmana ma è nata con un grande problema: ha un cuore marziale!
Studia arti marziali in ogni istante della sua vita - anche quando va a gettare la spazzatura! - e rivede in continuazione la “Lost Interview” di Bruce Lee (la celebre intervista televisiva in cui l’attore, raccontando il suo ruolo in “Longstreet”, recitava il celebre «Be water, my friend»). Il sogno di Aicha è diventare una campionessa... perché lottatrice lo è già, nel cuore.
Un giorno, di nascosto dalla sua famiglia, compie un gesto impensabile: si iscrive ad una palestra di kung fu. Allenarsi a stretto contatto con maschi seminudi non è proprio indicato per una ragazza musulmana, così come innamorarsi di un lottatore danese (e cristiano!) non renderà felice il proprio fratello che si è appena fidanzato in casa con una ricca donna della comunità. Aicha dovrà inventarsi mille inganni per prendere parte alle lezioni di kung fu - curate da Xian Gao, vero maestro che non disdegna qualche partecipazione cinematografica, come per esempio ne “La Tigre e il Dragone” nel ruolo della guardia che affronta Volpe di Giada.
La situazione ovviamente non potrà che esplodere ed Aicha dovrà affrontare le conseguenze dell’aver sfidato la propria famiglia e lil proprio retaggio culturale. Ma un lottatore non è quello che sale sul ring: è quello che si rialza dopo essere stato messo a tappeto, e continua a combattere. Aicha è una fighter, e riuscirà ad affrontare i propri problemi per poter partecipare ad un torneo di arti marziali di Copenhagen, dove dovrà affrontare anche il ragazzo di cui è innamorata.
“Fighter” è un film di cuore con un sceneggiatura intelligente e mai banale. Appartiene a quel filone che ha titoli più noti come “East is East” e “Sognando Beckham”: il film della Arthy è un piccolo gioiello ma non mostra né nudi né partite di pallone, non è umoristico e peggio ancora mostra alcune tecniche di arti marziali, quindi non rientra assolutamente nei parametri della distribuzione italiana...
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