“Qualche ora prima dell'attacco, in pochi erano convinti che la città sarebbe caduta. Com'era possibile espugnare le fiere mura di Istar, quei solidi ponti che attraversavano il Tigri? Non erano forse schierati ovunque i migliori soldati della nazione? Il palazzo, che si specchiava nelle acque placide del fiume, non era ben difeso? In fondo il sovrano aveva promesso che tutto sarebbe andato bene.

Eppure il nono giorno del mese di Nissan, periodo scelto con oculatezza dagli invasori per evitare il caldo feroce dell'estate, la città cadde: schiacciata come il guscio friabile che accoglie un pulcino. I soldati in fuga si liberarono delle divise, confondendosi tra la gente. Le donne nascosero i figli al sicuro in stanze buie. Gli incendi divampavano dappertutto, trasformando le case in cenere. Le fiamme avvolgevano la generosa raccolta di papiri e pergamene nella biblioteca centrale. C'erano cadaveri ovunque: anonimi, in mezzo alla strada, che galleggiavano gonfi nel fiume come capi annegati di una mandria di bestiame. Le gabbie con gli animali e gli uccelli esotici che la gente possedeva per diletto furono spalancate, gli animali rubati e macellati per nutrirsi. Le statue del sovrano furono profanate. Lui stesso era sparito dalla circolazione.

Il fratello gemello della guerra, il saccheggio, si scatenò subito.”

Questo è l’incipit del romanzo Sangue antico (The Witch of Babylon, 2011) della scrittrice canadese D. J. McIntosh. Il romanzo è il primo di una serie conosciuta come la Mesopotamian Trilogy.

Si parte con l’assalto e la presa della antica città di Ninive per poi passare nel 2003 quando Baghdad fu presa d’assalto dalle truppe americane e anche questa guerra scatenò il successivo saccheggio che però questa volta non fu diretto verso la popolazione ma prese di mira quanto conservato nei musei e fu effettuato dalla popolazione della città e da uomini senza scrupoli arrivati dall’esterno per appropriarsi di tesori archeologici di immenso valore e da questi fatti sia quelli accaduti nell’antica Babilonia e sia quelli molto più recenti, prende l’avvio di un thriller che ha tutte le carte in regola per appassionare il lettore.

Samuel Madison in quel fatidico anno 2003 era a Baghdad e durante i saccheggi al Museo Nazionale era riuscito a salvare una antica e preziosa tavoletta che riportava quanto aveva profetizzato Naum un profeta che aveva assistito alla caduta di Ninive.

Samuel è morto in un incidente automobilistico di cui si sente colpevole suo fratello John, mercante d’arte. La tavoletta su cui sono incise parole che potrebbero permettere di trovare un favoloso tesoro e impadronirsi di una antica conoscenza, ora è scomparsa ma qualcuno è disposto a uccidere per averla così ora John si trova invischiato in un gioco molto pericoloso e per risolvere il mistero dovrà andare a Baghdad sapendo che gli alleati del momento potrebbero trasformarsi in mortali nemici.

Alternando fatti moderni della guerra per Baghdad, con incursioni nella antica cultura mesopotamica, Sangue antico porta i lettori in profondità all'interno del mondo della tradizione assira e il suo significato poco noto ma profondo per il mondo moderno.

L’autrice:

D.J. McIntosh, canadese, si è laureata in Letteratura inglese presso l’Università di Toronto. All’Arthur Ellis Award del 2008 è stata finalista nella categoria Best Short Story e, con questo thriller (il primo della Trilogia babilonese), ha vinto il premio riservato al Best Unpublished Crime Novel.

La “quarta”: 

John Madison, mercante d’arte americano di origine turca, è tormentato dal senso di colpa: era lui al volante nel terribile incidente in cui ha perso la vita l’anziano fratello Samuel, celebre archeologo ed esperto di antichità mesopotamiche. Quando un amico d’infanzia viene ucciso con un’overdose di eroina, John si rende conto di essere finito in un gioco più grande di lui… Tutto ruota attorno a una preziosa tavoletta babilonese, che riporta un’incisione con le parole del profeta biblico Naum, ed era stata sottratta – o salvata – dal fratello Samuel durante il saccheggio del Museo Nazionale di Baghdad nel 2003. Potrebbe contenere le istruzioni per ritrovare un favoloso tesoro, e qualcosa di infinitamente più importante: la chiave per penetrare un’antica sapienza trasmessa nei secoli da generazioni di iniziati. Ma la tavoletta è scomparsa. Per averla qualcuno è disposto a uccidere, e l’ha già fatto. La soluzione sta in una chiavetta usb fatta pervenire a John. Risolvendo gli enigmi che contiene, con l’aiuto di alleati che potrebbero trasformarsi in nemici mortali, John si avvicina sempre più alla sua meta, in Iraq, in uno dei luoghi più pericolosi del pianeta, alla ricerca della verità. Dalla Ninive del settimo secolo avanti Cristo alla Baghdad insanguinata di oggi, D.J. McIntosh ci trascina in un’avventura che, a partire dalle leggende babilonesi, dalle profezie bibliche e dai racconti degli storici greci arriva al mistero della dea che nella Bibbia era chiamata la prostituta di Babilonia, Ishtar, e al potere occulto che ancora oggi muove il mondo: quello dell’alchimia.

Sangue antico di D. J. McIntosh (The Witch of Babylon, 2011)

Traduzione Massimo Gardella

Rizzoli, collana Rizzoli best, pagg. 412, euro 18,90