«È un peccato», dissi sinceramente, «perché è davvero buono. Quando l’ho scovato in una libreria-immondezzaio non credevo ai miei occhi: avevo trovato la prova di un imminente plagio. Invece poi l’ho letto e ho capito: lei ci ha messo il cuore, e gliel’hanno distrutto. Prima o poi si sarebbe rifatto del dolore sofferto.»
L’editore aprì lentamente una vetrinetta e ne tirò fuori una pistola, come se niente fosse. Cominciò a caricarla. «Dice bene, e non sarà certo un falso giornalista come lei ad impedirmelo.»
«Come fa a dire che non sono un vero giornalista?»
«Bazzica librerie dell’usato: sfido qualsiasi giornalista a sporcarsi di polvere e muffa per cercare un libro...»
Finito di caricare, mi puntò l’arma contro.
«Non sia melodrammatico», cercai di distoglierlo. «Crede che non abbia detto a nessuno che sarei venuto qui, e soprattutto il motivo che mi spingeva? Per chi mi prende, per un personaggio da romanzetto giallo?»
«Ci penserò poi, così come ho pensato a quel Cornelio e alla sua ignobile paura della pagina bianca. Così come ho pensato a quegli scrittori: volevano ammazzarlo, sa? Sono io che l’ho impedito, convincendoli che era più utile da vivo - almeno per il momento. Uno scrittore che non scrive non fa notizia, quando muore. Una volta uscito il suo grande ritorno alla letteratura, seguito subito dalla sua morte improvvisa, sarebbe stato l’evento dell’anno. Le vendite sarebbero andate alle stelle. E stavolta... stavolta il mio libro sarebbe piaciuto...»
«Quindi Cornelio è ancora vivo?» chiesi alzandomi e allontanandomi dall’uomo.
«Per ora sì, anche se tenuto ben nascosto. Ma quando uscirà il romanzo sarà un’altra storia. Per ora devo occuparmi di te, brutto ficcanaso: è inutile che scappi, tanto non uscirai vivo da qui.»
Mi ero allontanato abbastanza, così ero fuori portata quando la porta si aprì d’improvviso: l’editore si voltò di scatto ma La Guerrera fu più veloce. «Yaaa!» Con il suo grido di battaglia si lanciò in una tecnica volante di capoeira che in un baleno atterrò l’editore, facendogli perdere la pistola.
«Ma ci sei solo tu?» chiesi io allibito. «Non dovevi presentarti con la polizia?»
«E perdevo l’esclusiva, cabrón?» rispose lei mentre immobilizzava l’uomo. «Questo è lo scoop dell’anno e già ho ordinato i mobili per l’ufficio nuovo. Se pensi che rischio di farmelo soffiare da qualche poliziotto che parla troppo... sei proprio matto!»
«Non sei così matto come credevo all’inizio», mi disse Vanessa mentre il treno stava per partire.
«Tutti all’inizio mi credono un po’ svitato: qualcuno poi alla fine si ricrede. Ma giusto qualcuno...»
«Avevo fatto i pensieri più neri sul mio amico Cornelio, invece grazie a te è stato ritrovato sano e salvo, legato come un salame nella solitaria casa di montagna dell’editore. Non vedo l’ora di poterlo raggiungere: sono sicura che da questa esperienza ne trarrà un romanzo.»
«Il titolo è già pronto e la cronaca di questi giorni gli ha fatto un bel po’ di pubblicità. Credo dovrebbe scriverlo sul serio, un romanzo da questa storia.»
La ragazza mi strizzò l’occhio. «Nel caso, una particina per te ci sarà di sicuro.»
«Non ti preoccupare: a quanto ho capito ce l’ha già un Marlowe personale.»
Venne dato l’ultimo avviso di partenza del treno. Vanessa si sporse dal finestrino e mi passò una busta. «Stavo per dimenticarmi questo: è un regalo che ti ho preso da un cassonetto che ho trovato in un parco.»
Dalla busta tirai fuori un libro gonfio e pieno di macchie. «Hai toccato questa roba a mani nude? Ti facevo più schifiltosa. Comunque non credo di poterti far capire quanto io apprezzi il gesto...»
Vanessa rideva mentre io sfogliavo un’incredibile prima edizione de La peste a Urana di De Angelis. «Non so se ti piace la fantascienza, ma solo questo ho trovato» disse lei.
Sorrisi. «Questa Urana non c’entra niente con Urania, la collana di romanzi di fantascienza. È una condanna della sessualità sfrenata, portatrice di peste...»
«Allora non mi piacerebbe proprio leggerlo.»
«Chissà se lo lesse Camus, che quattro anni dopo pubblicò La peste, ambientato a Orano.» La guardai sorridente. «Comunque il valore è anche un altro. È uno dei titoli appartenuti a un tizio che si firma Maldoror e che getta libri d’annata per tutta la città: ne ho altri, firmati e gettati da lui, quindi sappi che questo testo è da collezione.»
Il treno iniziò la lenta partenza. «Spero che Bizzarro avrà presto un problema di libri, così potrò tornare a chiederti aiuto», mi disse Vanessa sorridendo a mo’ di congedo.
Io mi misi la matita in bocca e pizzicai il cappello. «Credo che questo sia l’inizio di una bella amicizia...» Ma ormai il treno era lontano.
NOTA DELL’AUTORE
Tutti i libri citati, ad esclusione di quelli falsi, sono veri.
Chi ha ucciso Lucarelli? è vero e questo racconto si riallaccia alla versione del capitolo finale firmata da Uruk. Cornelio Bizzarro e Vanessa sono veri personaggi della serie a fumetti “Cornelio - Delitti d’autore” (StarComics).
Si ringrazia Marilù Oliva per aver concesso di nuovo l’uso del suo personaggio La Guerrera, anche se qui è stato leggermente modificato.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID