Delitto ai grandi magazzini di Cortland Fitzsimmons, Polillo 2011.
Con questo libro facciamo la conoscenza di un’altra detective lady. Dunque Ethel Thomas, settantacinque anni suonati, “discretamente lucida”, porta una parrucca bionda, mai sposata anche se gli uomini le sono piaciuti (specialmente quelli più giovani). La gente la considera “un tipo piuttosto strano”, una anticonformista, è ricca e oltre agli sghei possiede una grande quantità di argenti, biancheria e cristalli. Abile donna d’affari vive in modo semplice, ama la sua casa, le piace avere domestici impeccabili, legge molto. La puntualità è uno dei suoi pregi, viaggia su una Lincoln vecchio modello finché funziona (le auto nuove non la attirano), il denaro per lei conta molto perché dà coraggio e sicurezza, anche se non arriva ad offrire la felicità. Piuttosto scettica nell’amore a prima vista ha un temperamento vivace e combattivo, pignola per la sua sala da pranzo, il luogo più sacro insieme alla camera da letto. Critica le donne eccessivamente magre “pertiche ambulanti in balia del vento” e conclude con un “Avete mai visto qualcuno piangere comodamente su un seno piatto?”. Le piace Clark Gable ma, soprattutto, James K. Hackett in teatro, teme gli aerei “Preferisco di gran lunga restare con i piedi per terra”, ha accettato molte cose che all’inizio la lasciavano perplessa: l’automobile, l’aeroplano, il tunnel sotto i fiumi, i dirigibili, ma non riesce a mandar giù l’idea della cremazione, preferisce la sua tomba di famiglia a Woodlawn.
E passiamo alla storia narrata in prima persona proprio da Ethel con l’aiuto degli appunti di un altro personaggio. Non facciamola lunga. Una visita della nostra ai grandi magazzini Doane di New York, per capirne il momento di crisi (ne detiene una quota) proprio nel giorno della grande svendita.
Al suo arrivo un urlo, la signorina Oliver svenuta sul pavimento e la signora Briggs “accasciata sulla scrivania”, da una parte una bottiglietta di veleno, un calice d’oro, un rosario con i grani d’oro che pende dalla sua mano e intorno alla gola un cerchio livido. Sembra sulle prime un suicidio che si rivelerà in seguito un omicidio, dato che il cuore non ha retto al tentativo di uno strangolamento. Indaga il giovane detective di polizia Peter Concklin con il quale Ethel spesso battibecca volentieri. Durante le indagini vengono fuori anche degli ammanchi per merce rubata dai dipendenti al reparto gioielleria, passioni e amori nascosti e una serie di delitti nei posti più impensati.
La lampadina si accende all’improvviso” Siamo stati davvero ciechi…Il movente era lì, sotto i nostri occhi ma eravamo troppo impegnati a correre da un omicidio all’altro per vederlo”. Non manca la paura e una nottata incredibile sempre ai grandi magazzini.
Che dire? Ethel non è Miss Marple, Cortland non è la Christie e dunque la storia si presenta piuttosto artefatta e raffazzonata, con troppi morti ammazzati in poco tempo e poco spazio. Un minore passabile della letteratura poliziesca.
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