Un passo indietro per capire.
Nel marzo 2004, dopo varie vicissitudini, viene finalmente programmata la miniserie in sei puntate Amanti e segreti. La torbida vicenda, benché poi a un certo punto entrino in gioco persino le scorie di una centrale nucleare, è una tipica vicenda di sesso e sentimento nella profonda provincia italiana del Nord (facilmente riconoscibile Comacchio dove il regista disinvoltamente fa circolare lungo i canali le auto dei protagonisti). La vicenda ruota attorno ad Ambra, femme fatale interpretata da Monica Guerritore che, pur eccedendo con una recitazione di un’espressività più teatrale che televisiva, comunque dà un certo spessore alla vicenda altrimenti affidata ai comprimari: il capitano dei carabinieri Parenti (Maurizio Aiello ex della soap di Un posto al sole e presente in Sospetti 2) e l’avvocato Marta, sorella di Ambra (Christiane Filangieri ex ragazza Tim e recentemente protagonista di Sospetti 3). Sullo sfondo il complicato rapporto tra l’integerrimo procuratore Ungari (l’intramontabile Orso Maria Guerrini, eroe di tanti telesceneggiati a partire da quelli di Anton Giulio Majano) e sua figlia Liliana.
La vicenda termina naturalmente con la vittoria dei buoni (tra cui Marta) e la condanna dei cattivi (ci mancherebbe altro!), ma purtroppo non è stata scritta con quel tanto di ambiguità finale che potesse consentire un’agevole ripresa in vista di una successiva serie.
Così con Amanti e segreti 2 ci troviamo, per ragioni (temiamo) più di scelta personale che di sceneggiatura, a fare ben presto a meno della Guerritore con Guerrini raggelato nel suo ruolo di magistrato e padre tutto d’un pezzo mentre il proscenio viene prepotentemente conquistato dal terzetto costituito da Aiello (promosso maggiore), dalla Filangieri (diventata sua sposa) e da Sabrina Paravicini (la simpatica infermiera di Un medico in famiglia qui è Luisa, promossa al rango di amante sensuale, buona per tutte le stagioni, con figlio a carico di paternità misteriosa).
È vero, per giustificare la seconda parte del titolo della serie (i segreti, appunto), anche questa volta c’è una buona dose di delinquenti, alcuni riciclati dalla prima serie (la sensuale e tostissima Tania), altri entrati di prepotenza: un bieco trafficante di diamanti e armi, naturalmente scheggia impazzita dell’ex Unione Sovietica, e un gioielliere italiano con pochi scrupoli interpretato da Luca Lionello che sembra essersi specializzato in ruoli tra cattivo e cattivissimo (vedi anche il già citato Sospetti 3).
Ma questo è solo l’indispensabile carburante per far andare avanti la stucchevolissima storia d’amore a tre fra il maggiore dongiovanni, la sua mogliettina perfettina e la sua ex fidanzata (e ora amante) perversamente doppiogiochista per amore (del figlio). La vicenda si snoda così, sulla falsariga delle peggiori soap opera con continui “stop and go”, “vorrei ma non posso”, “ti amo ma non posso tradirla”, “la tradisco anche se l’amo” e via di questo passo: roba da far perdere la pazienza anche al più smaliziato cultore di svenevolezze televisive.
In realtà si tratta di un prodotto che, al di là della location nella solita Comacchio attraversata da auto di ogni specie e in una Ferrara da cartolina, ha poco a che spartire con la serie precedente al di là del nome e di qualche personaggio che però nel frattempo ha mutato ruoli e spesso psicologia. E così siamo fortemente preoccupati per l’avvenire: l’eventuale successo di Amanti (molti) e segreti (non tanti) 2 potrebbe invogliare gli sceneggiatori a osare di nuovo con altri attori e allora, lo confessiamo, ai prossimi, sconfinati, ipocriti turbamenti postadolescenziali da parte dei soliti fedifraghi potremmo anche dar fuori di testa.
E spegnere per sempre la tv.
Voto: 4
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