Vanja è bellissima. Alta come una modella, lo sguardo di ghiaccio e i lunghi capelli completamente bianchi... il suo fascino enigmatico spicca nella sala semivuota dove è in corso una conferenza sulla leggendaria isola di Atlantide. Ovvio che la noti uno scrittore di romanzi gialli, tanto sembra fuori posto in quel luogo. Come è insolito il mestiere che si è scelto in Italia dopo essere fuggita dalla guerra che ha sconvolto la sua patria: la dama di compagnia.
E le sorprese sono appena cominciate: poche ore dopo l’incontro alla conferenza l’anziana signora che Vanja assisteva muore all’improvviso e in circostanze sospette. Una donna che è stata un tempo una famosa veggente, e che ha portato con sé il segreto delle sue visioni. Tra cui proprio la chiave che forse apre la porta dell’isola perduta.
Affascinato dalla giovane slava e trascinato dalla sua istintiva curiosità, il protagonista inizia una personale indagine. Ma presto viene travolto da un turbine di indizi e prove che assumono una luce ancor più sinistra in presenza di nuovi omicidi. Una trama in cui nulla sembra avere senso, e in cui compaiono via via fatti e personaggi sempre più strani. Niente sembra legare un singolare archeologo dilettante degli anni Trenta con un tentativo di colpo di stato nell’Italia del dopoguerra. O gli studi di Galileo sul magnetismo con le ricerche naziste sulle origini della razza ariana. O le sfuggenti ombre di agenti del governo cinese, in caccia di segreti industriali, con il commercio clandestino di reperti etruschi di cui sospetta la bizzarra ispettrice di polizia che lo incalza con le sue indagini.
Nulla, se non appunto le tracce appena visibili di quella antica terra e del suo mistero. Perché è da quella remota tragedia che tutto ha avuto origine. Lo crede disperatamente Vanja, custode di un segreto inconfessabile che ha portato con sé dalla nascita. E comincerà a crederlo anche il protagonista, sempre più sconcertato da quello che va scoprendo: che Atlantide è davvero esistita, che le sue rovine attendono da millenni con il loro segreto. Solo che non si celano nel profondo del mare, ma nella zona oscura della nostra storia
In tutte le librerie dal 31 maggio 2011 arriva La porta di Atlantide, il nuovo romanzo di Giulio Leoni
La porta di Atlantide di Giulio Leoni (Mondadori) ISBN 9788804608837 - pag 384 - euro 19,90
Il protagonista del romanzo è uno scrittore di gialli e di fantasy, ma è anche il direttore del Cerchio Segreto, sede della Società romana di magia, dove si svolge una singolare conferenza. Secondo il relatore, la nascita della scienza moderna è, in verità, la rinascita dell'antico sapere affondato negli abissi assieme alla prima civiltà della Terra: Atlantide. Leoni è incuriosito da una giovane e bella donna presente in sala, ma proprio facendo la conoscenza di questa enigmatica straniera, Vanja, per il protagonista cominciano i guai: la sua passione di romanziere per il mistero di Atlantide, l'amore per l'arte e un certo bisogno di denaro uniti alla morte sospetta dell'anziana signora presso cui lavora l'affascinante Vanja danno il via a un'avventurosa indagine, che lo porterà a scoprire strabilianti reperti archeologici e rischiare più volte la vita. In un succedersi continuo di colpi di scena, Giulio Leoni tiene con il fiato sospeso in bilico sul sottile confine fra magia e scienza, leggenda e storia, e, senza dimenticare l'ironia, fra spiriti e pallottole.
Nel suo blog http://giulioleoni.blogspot.com Giulio Leoni scrive:
"Credo che nel mestiere dello scrittore ci sia un passaggio obbligato: una storia, un mito con cui prima o poi bisogna confrontarsi. Come un compositore non può eludere di affrontare la sinfonia, o il più informale degli scultori il corpo umano, così nella narrativa esistono delle strutture archetipiche che "bisogna" in qualche modo tornare a raccontare.
E poco importa che ci siano alle nostre spalle dei giganti che lo abbiano già fatto: anche la sinfonia ha avuto i suoi Beethoven e i suoi Mahler, ma non per questo anche il più ardito e dissonante dei musichieri contemporanei può esimersi dal tentare una sua via.
Nel mio caso, lo confesso subito, il mito che mi aspettava all'angolo è quello forse più classico e antico: il mito di Atlantide. Erano anni che mi ripromettevo di penetrare in quel continente favoloso, ma vi ho girato intorno sempre trattenuto dalla consapevolezza che non potesse essere più affrontato alla Rider Haggard o alla Indiana Jones: avventuroso archeologo rinviene misterioso manoscritto, organizza spedizione in terre remote, affronta selvaggi e dinosauri e corona il suo sogno d'amore con bella esploratrice mentre un opportuno vulcano esplode risotterrando i resti tanto fortunosamente trovati.
Così no, bisognava trovare una strada diversa. Parecchio diversa. E poi col tempo, a poco a poco i pezzi di questa storia hanno cominciato ad arrivare dalla fonte meno probabile: la Realtà.
Persone che sono diventate personaggi, libri in cui ho scoperto cose che non sapevo, avvenimenti della cronaca recente e passata che parevano senza spiegazione, addirittura le memorie di un mio prozio spiritista. Tutto questo e altri frammenti scollegati di verità, che a poco a poco sono diventati Il tempio dei re dormienti.
O meglio, questo è il titolo con cui la storia ha abitato la mia mente, perché è probabile che quando essa dovesse trovare la via della stampa lo farà con uno diverso: pare infatti che per qualche misterioso motivo i signori del marketing siano allergici ai titoli di più di tre parole.
Come che sia, il soggetto stavolta sarà proprio quello: il misterioso continente che comincia per A, ma che non si può pronunciare se non vuoi passare subito per stravagante."
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