Con il detective Lew Archer…
Il passato si sconta sempre di Ross Macdonald, Polillo 2011.
Ross Macdonald (in realtà Kenneth Millar) e Lew Archer, un binomio strepitoso. “La terza incarnazione del Privato gentiluomo” come lo ha definito Oreste del Buono dopo Sam Spade e Philip Marlowe che ci prende, ci affascina. Il suo disincanto, l'ostentata amarezza e una buona dose di cinismo non gli impediscono d'essere romantico e generoso. E onesto. In “Il ghigno d’avorio”, Hobby and Work 2007, “Sono dalla parte della giustizia, quando mi riesce di ottenerla. E quando non mi riesce prendo le parti dei più deboli e derelitti” (da baciargli le mani e portarlo direttamente ai giorni nostri).
Qui Lew archer è alle prese con la ricerca di Tommy Hillman, un ragazzo scomparso da un istituto di rieducazione. Il fatto è che si trova di fronte a genitori reticenti che cercano di nascondere qualcosa. Quando arriva la richiesta di un riscatto di venticinquemila dollari sorge il dubbio se si tratti di un rapimento vero e proprio o di una sceneggiata da parte dello stesso Tom, per intascare i quattrini. E intanto, durante l’indagine, riemerge il passato con i suoi segreti, la guerra, la voglia di un figlio maschio, l’adozione, la situazione difficile della donna nell’ambito familiare costretta a soffrire in silenzio.
E viene fuori il nostro detective con le sue frenetiche indagini, con la sua onestà (non si lascia comprare), la sua empatia verso i giovani (un ragazzo problematico lo avrebbe voluto come padre), i suoi lampi di ricordi, il suo sentimento d’amore.
Non un Eroe ma una persona di tutti i giorni provvista di buon senso, quasi sempre a secco di sghei, testardo nel continuare il proprio lavoro, nel non demordere nei momenti difficili. “Dovevo andare avanti” è l’incitamento a se stesso. Testardo e riflessivo “Le generazioni sono come tribù nemiche accampate sulle isole del tempo”, oppure “Ogni cosa è collegata con qualche altra cosa, il problema è scoprire i collegamenti”. E lui ci riesce.
Scrittura “semplice” che va via in modo naturale senza tanti sobbalzi come nata da se stessa, una storia di tradimento, di sofferenza e rancore che lascia scoperte ferite non più rimarginabili. Una storia dell’animo umano. Secca e tragica come tante storie della vita.
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