Abbiamo intervista Leena Lehotalainen, una delle scrittrici più note in Finlandia. La sua serie poliziesca è tradotta con successo in svariati paesi. Il primo dei suoi libri ad essere tradotto in Italia, qualche mese fa, è stato Il mio primo omicidio (Fanucci), romanzo che è anche il primo della serie. Il secondo è in via di traduzione.

Cara Leena, benvenuta su ThrillerMagazine…

Grazie, il piacere è mio! Un saluto a tutti dalla Finlandia.

“Il mio primo omicidio” è il primo dei tuoi romanzi ad essere tradotto in Italia. Di cosa parla?

Fondamentalmente è il classico mistery con omicidio. C’è coro di studenti, di cui gli appartenenti ad un ottetto si ritrovano nel week end, in una villa estiva, per dedicarsi alle prove di canto. Uno dei membri viene ucciso, gli altri sono i sospetti.

Quello che non è invece tradizionale è la protagonista Maria Kallio, una giovane poliziotta che risolverà il suo primo omicidio. Maria è personalmente legata ai sospetti, e ciò non le rende le cose facili.

La storia è raccontata in prima persona dalla protagonista stessa, per cui ci sono anche aspetti di narrativa hard boiled e di poliziesco.

Hai iniziato a pubblicare libri molto presto, decidendo poi (nel 1993) di diventare una scrittrice professionista a tutti gli effetti. Vuoi raccontarci qualcosa su quegli inizi?

Ho pubblicato il mio primo romanzo a dodici anni, il secondo a 17. Però, quando ho iniziato a scrivere “Il mio primo omicidio” volevo solamente mettermi alla prova nella crime fiction, per vedere se ero capace di scrivere un giallo. All’epoca avevo appena dato alla luce il mio primo figlio, l’essere madre mi aveva fornito di nuove energie creative. Non sapevo se sarei stata pubblicata o meno, ma così fu. Poi arrivò un secondo libro, e poi avanti. Non sono più tornata alla normale giornata lavorativa.

Poi hai scritto tanti altri libri. Molti di questi appartengono alla stessa serie, quella con l’ispettrice Maria Kallio. Chi è Maria?

E’ originaria della Finlandia orientale, come me. Si è diplomata all’Accademia di Polizia e ha poi studiato legge. Durante gli studi, ha giocato a calcio in una squadra tutta maschile e ha anche suonato il basso in un complesso punk chiamato i “Veleno per Topi”. E’ bassa di statura per essere una poliziotta, ha i capelli di un rosso selvaggio e un certo caratterino, ma è anche molto empatica e rispettosa.

In Finlandia, il ruolo della donna è riconosciuto, e in modo evidente. Come esempio da seguire per varie nazioni, le donne sono presenti anche in politica, in posizioni di business manageriali, e così via.

Leggendo “Il mio primo omicidio”, pubblicato per la prima volta nel 1993, sembra che vent’anni fa questo processo di eguaglianza fosse ancora in via di miglioramento. E Maria Kallio, all’epoca, come donna poliziotto incontra qualche difficoltà ad inserirsi in un’ organizzazione principalmente maschile, non così aperta a darle credibilità…

Nel “Mio primo omicido” Maria diventa responsabile dell’indagine solo perché il suo superiore ha un problema di alcolismo e il capo più alto in grado vuole coprirlo, ma allo stesso tempo non hanno fiducia in lei. Persino i sospetti, che hanno circa la stessa età di Maria, la considerano più una loro pari che un ufficiale di polizia con la sua autorità.

Nel 1993, solo 1/15 delle forze di polizia era composto da personale femminile.

Oggi, lo è circa 1/5. E io mostro questo progresso nel seguito della serie.

La discriminazione sessuale non è l’unico tema sociale presente nel romanzo. Per esempio, come si nota anche dalla tua risposta, emerge un problema più diffuso del dovuto in termine di abuso di alcolici…

Sono, in genere, i tuoi romanzi interessati a cogliere anche aspetti sociali, oltre che a sviluppare il thrilling delle trame?

Sono molto interessata alle tematiche politiche e sociale, quindi mi è naturale scriverne. Però tento di evitare prediche o risposte dirette. So bene che i lettori non sono stupidi, possono trarre da soli le conclusioni. Un giallo dà una buona occasione per parlare di temi politici, perché mostra la gente mentre fronteggia situazioni estreme, come la violenza e la morte.

Nell’ampio contenitore generalmente chiamato crime fiction (giallo, in Italia), “Il mio primo omicidio” è una sorta di “whodunit”, ma con un’attenzione particolare ai personaggi e, appunto, agli aspetti sociali. Questa formula si mantiene identica in tutta la serie, oppure negli undici romanzi che la compongono emergono differenti caratteristiche di genere, come potrebbero essere contaminazioni noir, o un po’ d’azione (che non è presente in questo primo libro perché effettivamente non necessaria), o altro ancora?

Con il progredire della serie, assumono maggiormente le caratteristiche dei cosiddetti police procedural, ma la vita quotidiana resta sempre presente, anche perché Maria non è una supereroina. Si sposa, ha figli, ecc. E sfortunatamente c’è anche più violenza in tutte le sue forme, sparatorie, inseguimenti e rapimenti. Ma nei miei libri la violenza non viene utilizzata come puro trastullo. Non mi diverte scrivere scene sanguinarie se non hanno alcun significato con l’aspetto artistico del libro. Devono stare nel quadro generale.

C’è una nuova trilogia nel tuo curriculm di scrittrice, con una nuova protagonista nata dalla tua creatività: Hilja Ilveskero. Una bodyguard!

Sì. La prima parte di questa trilogia è uscita in Finlandia nel 2009, e a gennaio di quest’anno è stata pubblicata anche in Germania. Sto al momento completando la seconda parte, che verrà distribuita in Finlandia ad agosto di quest’anno.

Ho avuto l’idea di una guardia del corpo di sesso femminile quando mi sono chiesta chi proteggesse la nostra presidente, Tarja Halonen, che è una donna. Volevo anche affrontare un personaggio che non fosse un poliziotto, ma che comunque avesse da battersi con i cattivi di turno. Hilja è un po’ più pazza e selvaggia di Maria, mi sono divertita a raccontarla.

Hai scritto che il linguaggio significa molto per te. Il tuo romanzo è stato tradotto in italiano direttamente dallo suomi. Hai avuto modo di collaborare con il traduttore, Nicola Rainó?

Per me, il ritmo del linguaggio è importante, e posso starci a pensare a lungo sul termine che sto usando, affinché il significato sia quello che intendo. Le parole sono importanti, inoltre il linguaggio che i vari protagonisti usano dice molto di loro.

Anche Maria parla in modo differente, a seconda che si presenti privatamente o con un ruolo ufficiale.

Ho incontrato Nicola Rainó. Mi ha posto alcune domande molto valide circa i dettagli, quindi so che la traduzione è in buone mani. Apprezzo tantissimo il lavoro dei traduttori e sono sempre felice quando mi contattano.

La musica è un elemento importante nel tuo libro, ma sono sicuro anche nella tua vita…

Devo confessare che anch’io ho cantato in un coro studentesco, ci ho persino trovato marito. Quindi, ne so molto. Il mio strumento principale è la mia voce, ho anche preso lezioni di canto classico, e suono strumenti come la chitarra e il piano, ma non molto bene. I miei gusti musicali sono eclettici, da Bach e l’opera al punk rock, al blues, al tango… Tuttora canto e vado a differenti concerti e opere.

Non ascolto mai la musica quando scrivo, ma spesso prima, per raggiungere il giusto stato d’animo, e tutti i miei libri hanno qualche canzone che li ha ispirati.

Da lettrice: quail sono gli autori tuoi connazionali che leggi di più?

Leggo tanto, e siccome la Finlandia è una piccolo nazione conosco la maggior parte degli autori, e molti di loro sono amici. Dunque, non posso fare solo uno o due nomi, mi spiace.

E quelli internazionali? 

Chi mi ha ispirata sin dall’inizio di carrier sono P.D. James, Sara Paretsky e in qualche modo anche Dorothy L. Sayers. Oltre che ai gialli, spesso torno ai romanzi di Jane Austen o Barbara Pym. Uno dei miei grandi amori letterari è Italo Calvino, ed è stato un grande momento quando ho visitato la sua tomba a Castiglione della Pescaia. Lì, ho letto ad alta voce uno dei suoi racconti.

In quali paesi vengono venduti i tuoi libri, e dove hai ricevuto un’accoglienza migliore dai lettori e dalla critica?

Beh, in parecchi. In Germania ne sono stati pubblicati 15, al momento. E svariati sono stati tradotti anche in Svezia, Norvegia, Russia, Estonia, Polonia, Francia, Olanda, Ucraina, Repubblica Ceca e Cina. Alcuni titoli sono in via di traduzione in danese, turco, ebraico, albanese e spagnolo. Probabilmente ho dimenticato qualche traduzione: il mio nuovo agente è stato molto efficace.

Allora possiamo aspettarci altri tuoi romanzi anche in Italia.

Almeno il secondo è già pianificato. Ovviamente, spero ce ne saranno di più!

Grazie Leena per essere stata con noi. Vuoi dare un messaggio di chiusura ai nostri lettori?

Ho del tutto perso il mio cuore nel vostro paese. Ho visitato varie e differenti città e luoghi, sono persino salita sul Corno Grande con la mia famiglia, e ho soggiornato per tre settimane nella Toscana meridionale, lo scorso anno. La mia conoscenza della lingua italiana è tuttora molto bassa, ma provo a parlare e capire, e spero di incontrare molti di voi nell’arco dei prossimi anni, in Italia.