Nell’articolo precedente abbiamo incontrato Miles Kendig, spia in pensione che decide di scrivere in un libro tutto ciò che sa sui “loschi affari” che ha incontrato nella propria vita, creando un bestseller pericoloso ed esplosivo. Non è da meno il libro che vuole scrivere il personaggio che andiamo a presentare: gli intenti iniziali sono i medesimi, ma lo sviluppo della storia prende strade ben diverse.
Cleve (di cui non sapremo mai il cognome) non è un personaggio romantico o affascinante come Kendig, la spia che si ritrova in un mondo che non ha più fiducia nelle spie: Cleve è uno spregevole assassino a sangue freddo, in un mondo dove forse ci sono più assassini che vittime! Ha un’intelligenza fredda e calcolatrice ed è al pieno servizio di chi è disposto a pagare bene. Stiamo parlando del personaggio interpretato da uno strepitoso James Woods nel film “Best Seller” (1987), diretto da John Flynn.
Cleve ha eseguito un sostanzioso numero di “lavori sporchi” per un politico intrallazzone e corrotto, un uomo potente che sta acquisendo sempre più potere grazie alla capacità appunto di risolvere alla radice i propri problemi. Non passerà molto tempo prima che quest’uomo potente decida di far sparire Cleve per evitare scomodi testimoni: questo, unito ad un sottile desiderio di mettersi in mostra, fa sì che l’assassino decida di uscire di scena in grande stile. Vuole far conoscere al mondo ciò che ha compiuto dietro ordine dell’uomo politico, e vuole farlo nel modo più “incorruttibile” possibile: scrivendo cioè un libro.
Dennis però sta vivendo un brutto momento: è stufo di fare il poliziotto, la morte della moglie sembra avergli portato via ogni ispirazione, e ha gli editori alla porta che smaniano per un nuovo libro - o che almeno vengano rispettate le scadenze che invece lo scrittore pare ignorare bellamente. Per questo Dennis non se la sente di rifiutare subito l’offerta che un giorno gli fa uno sconosciuto - il nostro Cleve! - il quale lo avvicina e gli dice: «Mi piacciono i libri che scrivi. Voglio che tu scriva un altro libro.»
L’istinto del poliziotto ha il sopravvento, all’inizio, ma poi la curiosità dello scrittore lo porta ad ascoltare i discorsi del sedicente killer che l’ha avvicinato.
«Riceverai il mio aiuto su un piatto d’argento: un bestseller! Sarà su di me, Dennis: riguarderà me e l’uomo per cui ho lavorato.»
«Cosa credi di vendere, la vita di un killer? - chiede dubbioso lo scrittore. - Non la compra più nessuno questa robaccia.»
«Ti sto dicendo che ho aiutato io la salita di David Matlock, e l’ho fatto uccidendo varie persone.»
Matlock è il corrotto uomo politico di cui si parlava, ed essendo un nome di grande spicco Dennis non può sottovalutare la potenza che acquisterebbe il suo libro su Cleve, l’uomo che dice di aver eseguito gli ordini “sporchi” del potente.
Matlock è inattaccabile: un processe lo farebbe sorridere, visto che in un batter d’occhio si comprerebbe tutta la giuria. «Io e te insieme lo possiamo sistemare per bene! - è la proposta di Cleve. - Sarà il libro ad inchiodare Matlock!»
Cleve, dal canto suo, mette sul piatto la sua intera vita, tutta la sua esistenza: non si nasconde, non bara, non maschera la verità. Sa che sarà odiato da tanti lettori, sa che incarnerà il cattivo della storia: ma sa anche che ancora più cattivo risulterà il suo mandante, il corrotto uomo politico. Il killer è solo un semplice esecutore: il biasimo va al mandante.
Frequentando Dennis e la di lui figlia adolescente, scopre di provare un senso protettivo che non sapeva di avere: quando Matlock manderà altri sicari a sistemare la questione - una volta stabilito che sia lo scrittore che il killer sono incorruttibili - sarà proprio lo spietato e immorale Cleve a
La dura lex cinematografica hollywoodiana vuole che in un qualsiasi film chi uccide alla fine muoia: potrà riscattarsi quanto gli pare, potrà cambiar vita e pentirsi quanto vuole, potrà ricevere l’assoluzione di Gesù Cristo in persona (“Il cattivo tenente” ferrariano docet!), ma la legge è legge. Chi ha ucciso, al cinema deve morire, anche se si è riscattato e anche se ha salvato un pulman pieno di bambini!
Il nostro Cleve non si è né pentito né riscattato: in fondo per salvare Dennis e la sua famiglia non ha fatto altro che uccidere, cioè il proprio mestiere! L’unica redenzione che gli è concessa è la trasmigrazione letteraria: il passaggio da persona a personaggio.
«Scrivilo nel tuo libro: io sono l’eroe - è il suo ultimo contributo al bestseller della sua vita, dato proprio alla fine di detta vita. - Ci vuole un finale. Ammazzarlo... sarebbe il finale perfetto.» Si riferisce ovviamente a Matlock, che vistosi alle strette ha sparato a Cleve e ha preso in ostaggio la figlia di Dennis. Quest’ultimo però è un poliziotto, è il buono della storia, e la dura lex cinematografica gli impedisce di uccidere volontariamente, altrimenti dovrà morire pure lui e il film sarebbe un’ecatombe!
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