C’è una verità che vorremmo ignorare. Ci piacerebbe far finta di non vedere, nasconderci un po’ dietro la cruda ed efferata realtà.
Ma ecco che dinnanzi a questa storia a tinte forti di una scrittrice del calibro di Herbjorg Wassmo non si resta indifferenti, perché sbatte in faccia a tutti la brutalità di un mondo sotterraneo celato dal nostro microcosmo sereno e pulito.
L’autrice scrive di bambini e adolescenti nascosti agli occhi dell’universo - vittime di abusi, ingiustizie, abbandoni, repressione – e mostra come il comportamento degli adulti abbia conseguenze catastrofiche sulla loro personalità e sulla loro innocenza.
Il suo intento, eroico e pregevole, è quello di dare voce con uno stile poetico e nello stesso tempo drammatico, alle vittime di questi soprusi.
Una storia quella della protagonista, Dorte, che ci tocca il cuore, che ci indigna, che suscita rabbia e sgomento. Dorte non sogna grandi avventure. Ha quindici anni e vive con la madre vedova e la sorella Vera nella campagna lituana. Una vita consumata nella povertà e nella miseria, con la passione che accende la sua adolescenza rivolta al figlio del panettiere, Nikolaj, salvo poi abbandonarsi ai ricordi del padre morto e revocato nei dialoghi tanto da apparire ancora vivo e reale.
Così, quando una ragazza del paese gli offre l’opportunità di un lavoro a Stoccolma, coglie l’opportunità al volo. Ecco che all’improvviso sembrano spalancarsi le porte di un grande sogno: quello di dare un aiuto economico alla madre e alla sorella per essere in futuro meno povere.
Così il suo desiderio sembra realizzarsi. Si siede sul sedile posteriore di un’Audi i cui finestrini non si possono aprire e non si apriranno. Cambia da lì la sua vita. Una vita come tante adolescenti dell’est scaraventate sulla strada della prostituzione da personaggi senza scrupoli.
La speranza rimane l’unico appiglio per venire fuori. Il disgusto che prova verso i primi clienti diventa rassegnazione, sconfitta. La vita passata viene cancellata dalla brutalità del presente.
Non c’è un’ancora di salvezza. Questa è dura realtà calata nel romanzo Un bicchiere di latte, per favore. Wassmo ci offre una lettura quasi dolorosa sulla perdita della speranza, sui sogni della sopravvivenza. E lo stile segue, lasciandosi trasportare dal flusso dell’anima, in lunghe e bellissime pagine di pensieri che si sovrappongono, di proiezioni immaginarie, di piani per il futuro dove si cerca di vedere una luce nuova.
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