Sidney Lumet è morto oggi a 86 anni nella sua casa a Manhattan, lo ha fatto sapere la figlia de regista al New York Times.
Nato a Filadelfia il 25 giugno 1924, Lumet é stato regista, sceneggiatore, attore e produttore cinematografico. Figlio d'arte, il padre era l'attore Baruch Lumet e la madre la ballerina Eugenia Wermus, dopo il debutto a quattro anni all'Yiddish Art Theatre di New York aveva studiato al Professional Children School e dal 1939 aveva partecipato a diversi spettacoli teatrali.
L'esordio al cinema fu con La parola ai giurati (1957), tratto dal romanzo di Barry Reed.
Negli anni settanta dirige altri film di successo come Serpico (1973) e Quel pomeriggio di un giorno da cani (1975) entrambi con l'interpretazione di Al Pacino agli inizi della carriera, Assassinio sull'Orient-Express (1974) - tratto da un romanzo di Agatha Christie e che vede riuniti talenti del calibro di Ingrid Bergman (Oscar come migliore attrice non protagonista), Lauren Bacall, Anthony Perkins, Sean Connery, Vanessa Redgrave e Albert Finney (nel ruolo di Poirot) - e Quinto potere (1976), una critica al sistema televisivo a agli effetti nei confronti degli spettatori. Il film valse l'Oscar ai due protagonisti, Peter Finch e Faye Dunaway.
Negli anni ottanta gira Trappola mortale (1982) con Michael Caine, passando al remake di un suo stesso film Il verdetto (1982) con il duo Newman-Mason, Daniel (1983) sul caso Rosenberg e Il mattino dopo (1986) per il quale Jane Fonda viene nominata all'Oscar. Dopo pellicole che non riscontrano il consenso delle precedenti (tra le quali Gloria con Sharon Stone, remake del film di John Cassavetes), ha girato Prova a incastrarmi, con Vin Diesel (2005) e Onora il padre e la madre (2007) con Ethan Hawke e Philip Seymour Hoffman.
Ottiene alla 77ª edizione degli Oscar (2004) il riconoscimento alla carriera.
Nella tradizione hollywoodiana si classifica fra le "simpatiche canaglie", maestro dei legal thriller a sfondo morale e dal risultato finale che non può essere che buono, confermandosi di film in film spettacolare, nonostante qualche volta le sue pellicole, come il delitto, non siano perfetti. Offre micidiali bordate agli eterni totem americani (la mascolinità forzata, il successo, il denaro) mostrando nei loro retroscena ciò che non dovremmo mai venire a galla: i fantasmi, i complessi di colpa, le insufficienze, le insoddisfazioni, l'irresponsabilità, il vizio e la violenza. Un'America meno pulita e integra di quella che ci viene mostrata, solo lui rimane fresco grazie al suo straordinario talento.
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