Con l’investigatore Douglas Marshall… 

Quinto, non ammazzare di Helen Nielsen, Mondadori 2011.

Lillian Whitehall, psicoterapeuta dai dubbi metodi di lavoro, viene trovata uccisa nello studio della sua casa con un colpo di un orologio inserito in un blocco di cristallo a forma di piramide (lancette ferme alle diciassette e ventidue). Interrogata in ospedale Anna Bardossy, ungherese trentaduenne che ha tentato il suicidio tagliandosi i polsi, alle dipendenze della Whitehall come infermiera. Sospettata dell’omicidio (spesso in lite con lei) è colpita da amnesia e fatica a ricordare gli ultimi avvenimenti. A condurre le indagini Douglas Marshall, investigatore della procura distrettuale, “un quarantenne giovanile, ben rasato e dagli occhi svegli”, un bel pezzo d’uomo alto un metro e ottantadue.

Chi scopre il cadavere Griswold Noemi, paziente e discepola della morta, strasicura che l’assassina è la Bardossy, tra l’altro straniera (razzismo eh…). Seguono gli interrogatori dell’avvocato Harold Elrod, del fratello Byron Davies e dell’operaio Timothy Waters da cui si evincono altri particolari: la presenza di un uomo misterioso, un testamento cambiato, il prelevamento di una forte somma di denaro dalla banca, due biglietti di aereo per Las Vegas, un paio di fili di cotone da guanto trovati nell’orologio.

La storia si dipana attraverso il racconto degli interrogati tutti convinti della colpevolezza di Anna, pian piano vengono a galla nuove scoperte e nuove sorprese con Marshall, attento, che guarda, osserva, scruta, riflette e non demorde.

Un libro bene organizzato che scivola via ricco di una suspense leggera e di piccoli colpi di scena fino all’epilogo finale dove Anna (ci fa o c’è?) diventa la vera protagonista.