Per tutto il mese di marzo nelle edicole è disponibile “Gangland Blues”, il nuovo romanzo di Stephen Gunn, lo storico pseudonimo con il quale il milanese Stefano Di Marino firma da oltre quindici anni le avventure del più prolifico personaggio seriale della letteratura italiana: Chance Renard, il Professionista.
Il mondo cambia e cambiano le persone, mentre di solito l’unica certezza è che i personaggi seriali non cambiano mai: il Professionista è una piacevole eccezione. Nato come eroe di spy stories, Chance Renard ha girato il mondo e testimoniato i cambiamenti frenetici di questa nostra età inquieta, mutando a sua volta e rendendosi gradualmente sempre più “reale”. Negli ultimi tempi si è trasferito a Milano (che lui chiama Gangland) ed ha iniziato un delizioso gioco di maschere per cui si finge straniero alla scoperta della cultura italiana: quello che scopre è spesso inquietante.
Il mondo è cambiato, si diceva, ed è cambiata l’Italia, o forse è sempre stata così e noi italiani non ce ne siamo accorti: ci voleva un legionario corso stabilitosi a Milano per mostrarci la realtà in cui viviamo quotidianamente! Va detto comunque che non è una bella realtà...
Gangland Blues non è solo un ottimo thriller, non è solo un appassionante romanzo d’azione: è un ritratto spietato di una realtà spietata, una di quelle storie che siamo abituati a leggere nei romanzi (o a vedere nei film) stranieri e in cui alla fine ci consoliamo dicendo: “tanto è solo finzione”... Qui non è finzione!
Gunn/Di Marino utilizza i canoni del romanzo di genere, cioè della fiction per portarci però in un territorio reale in tutto e per tutto: casa nostra! Nei romanzi ambientati a Gangland vengono specificati puntualmente i nomi delle vie e di negozi reali: come a ricordare che la storia che si sta leggendo è sì un romanzo - con tutte le necessità e le dinamiche del caso - ma affonda le radici nella realtà cittadina, nel mondo che noi diamo per scontato essere diverso da quello che leggiamo nei romanzi.
Da diverso tempo Chance Renard non è più un solitario: nelle avventure a Gangland può contare su una squadra quasi tutta italiana che sta coltivando e i cui singoli appartenenti (se rimangono in vita!) diventano sempre più familiari ai lettori. Si va intensificando il suo sentimento paterno nei confronti della Bambina, al secolo Caterina “Skate” Manzelli, la tiratrice scelta del gruppo che tutto sembra tranne che una “bambina”! Malgrado abbia tentato in mille modi di dissuaderla, Chance non è riuscito a impedirle di inseguire il sogno di entrare nella banda, al fianco di personaggi ben più “loschi” come Tommaso Corso, il Freddo, Kim. Una squadra di personaggi letterari (che strizzano spesso l’occhio a personaggi cinematografici) che affrontano storie di criminalità cittadina che di letterario purtroppo non hanno proprio nulla.
Chi segue le avventure del Professionista sa che il vero compagno fedele è il Tomarchio, la lama che (quando è fortunato!) Chance sa impugnare al momento giusto ed usare per limitare gli inevitabili danni che ogni azione comporta: Gunn/Di Marino è spietato su questo punto, e al termine delle sue scene d’azione raramente la conta dei danni si chiude in positivo. Nel corso degli anni molti tipi di lama si sono affacciati nelle avventure del Professionista, ma il Tomarchio è sempre fedele...
Come ogni suo romanzo, anche Gangland Blues è disseminato di piccole citazioni nascoste: il gusto di scoprirle lo lasciamo ai lettori, ma un paio meritano di essere menzionate. Ad un certo punto della storia, Chance e la sua squadra si presentano in un locale milanese per assistere alla presentazione del romanzo di una scrittrice: dalla descrizione fisica della donna e dal suo romanzo, La casa di Amelia, risulta subito chiaro che si tratta di Barbara Baraldi. In un suo racconto del 2010, Schegge di cristallo (raccolto in Bambole pericolose, Il Giallo Mondadori n. 2997) un personaggio dell’autrice aveva a sua volta incontrato Chance Renard...
Non bastasse questo gioco letterario, alla suddetta presentazione presiede uno Scrittore (con la “S” maiuscola e il cui nome non viene mai citato), che racconta una storia con chiari rimandi - come viene ben specificato - a I tre mondi di Johnny il bello, il romanzo di John Godey. Chi è questo Scrittore senza nome? Dalla sua descrizione fisica, si riconosce Andrea Carlo Cappi, autore del personaggio di Mercy “Nightshade” Contreras che nel 2006, nel racconto No Chance, no Mercy (in Professional Gun, Segretissimo Presenta n. 28), aveva incontrato Chance Renard...
Insomma: all’interno di una vicenda durissima, un po’ di sano divertissement letterario è una boccata d’aria fresca.
Va infine sottolineata (e plaudita) l’operazione che da diverso tempo lo scrittore sta attuando: quella cioè di tirare i fili di tutti i suoi personaggi fino a creare un personale ed omogeneo universo letterario. Se già qualche anno fa la miniserie di Vlad ha trovato un punto d’incontro con il Professionista mediante il personaggio della perfida killer Antonia Lake, anche la miniserie Montecristo (apparsa in tre puntate nella collana Il Giallo Mondadori Presenta) sta sempre di più fondendosi con la realtà milanese di Chance Renard, così come anche il dittico di romanzi “Ora Zero” (Nord 2005) e “Sole di fuoco” (TEA 2007). Siamo in pieno Gunn Universe ma, al contrario del Marvel Universe, di fantasioso non c’è nulla: i suoi molti personaggi vivono e muoiono all’interno della nostra quotidianità e danno voce a quelle realtà che non finisce nei telegiornali.
Fortunato è chi scopre solo ora Chance Renard, perché avrà il piacere di poter leggere una lunga e fortunata serie di romanzi... da vero Professionista.
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