Nel dopoguerra in ebraico erano conosciuti come i “Nokmim”, i vendicatori e il loro motto era Dam Israel Nokeam (DIN), cioè “Il sangue di Israele sarà vendicato”. Erano un gruppo di circa cinquanta persone, uomini e donne sopravvissuti all’Olocausto, avevano partecipato alla resistenza nei ghetti e dopo la fine della guerra, per anni diedero la caccia ai criminali nazisti.
Una poco conosciuta, ma reale e su questi fatti lo scrittore e giornalista Sam Bourne ha scritto un avvincente romanzo dal titolo L’inverno del giustiziere (The Final Reckoning, 2008).
L’autore, il cui vero nome è Jonathan Freedland, è ben conosciuto nel nostro paese visto il successo ottenuto dal suo romanzo d’esordio Il codice dei giusti (The Righteous Men, 2006), a questo è seguito Il segreto del Monte Sacro, romanzi editi dalla Longanesi e disponibili anche in edizione TEA.
Ora la Longanesi ci propone il suo terzo romanzo che come abbiamo scritto si rifà ad un vicenda vera, si svolge praticamente ai nostri giorni e tutto inizia presso la sede Onu di New York dove sono attesi i più importanti capi di stato e le forze di sicurezza sono allertate al massimo.
Piove e all’ingresso si avvicina un uomo con un cappello e il bavero del cappotto alzato, non si possono vedere i lineamenti. potrebbe essere un terrorista e a un suo movimento sospetto le guardie senza pensarci due volte gli sparano uccidendolo.
Ad un esame successivo, l’errore macroscopico è evidente:hanno ucciso una persona anziana, ha circa settanta anni, è inglese di origini lituane, si chiama Gerald Merton e non ha indosso ne armi ne bombe per un attentato.
Le autorità delle Nazioni unite per prevenire una pubblicità negativa richiama in servizio un suo ex dipendente, è Tom Byrne la persona giusta, un brillate avvocato che dopo un passato da idealista ora lavora solo per denaro.
Il compito di Tom sarà minimizzare l’accaduto e indagare presso i parenti della vittima, una indagine che lo porta a Londra, qui conosce la figlia di Merton, una donna attraente che svolge la professione di medico e scopre che l’uomo ha avuto un passato non del tutto innocente in quanto l’uomo è stato un membro di un gruppo segreto di sopravvissuti dell'Olocausto che hanno dedicato la loro vita per vendicarsi di quei criminali nazisti che erano riusciti a evitare la pena dopo la seconda guerra mondiale. La domanda che si pone Tom Byrne è: “Cosa stava facendo a New York?”.
Byrne insieme alla figlia di Merton decidono di trovare la risposta. Ma ogni risposta che ottengono sembra sollevare ulteriori angosciose domande perchè l’uomo era un sopravvissuto alla Shoah e ha avuto un ruolo chiave nel secondo dopoguerra come appartenente a una societa segreta il cui fine era rintracciare e uccidere i criminali nazisti fuggiti subito dopo la fine della guerra.
Sam Bourne è lo pseudonimo con il quale il giornalista inglese Jonathan Freedland – classe 1967, già corrispondente del Guardian ora scrive rubriche settimanali per questo giornale e per London Evening Standard. Tiene anche una rubrica mensile per il Jewish Chronicle.
Il Financial Times lo ha definito come uno dei commentatori più influenti del mondo.
Con lo pseudonimo di Sam Bourne ha deciso di firmare i suoi romanzi
un brano:
"Erano solo le nuove regole che avremmo dovuto rispettare, ma sembrava infinitamente meglio dei lituani e dei loro pogrom. Se era tutto lì, quello che avevano in serbo per noi - farci indossare una stella sulla giacca e rinchiuderci in casa dopo il tramonto - era sicuramente meglio che farsi picchiare per strada.
Ma non ebbi molto tempo per consolarmi così."
È una mattina di pioggia e il quartier generale dell’ONU a New York si appresta a vivere una giornata intensa. I principali capi di Stato del mondo sono arrivati accompagnati da un impressionante dispiegamento delle forze di sicurezza. Forse per questo l’allarme viene preso subito sul serio: c’è un uomo sospetto che si sta avvicinando all’ingresso principale. I servizi segreti ritengono che possa essere un terrorista. Un kamikaze.
Forse per questo basta che l’uomo faccia un gesto sospetto perché le guardie aprano il fuoco uccidendolo. Solo esaminando il cadavere le forze di sicurezza si rendono conto del tragico errore commesso. Non hanno ucciso un terrorista, ma un innocuo anziano inglese di origini lituane, di nome Gerald Merton. Per nascondere l’accaduto prima che diventi uno scandalo internazionale, l’ONU si rivolge a un suo ex dipendente: Tom Byrne è un avvocato senza scrupoli, innamorato solo del proprio conto in banca. Dovrebbe essere tutto semplice, veloce e soprattutto redditizio per lui. Non è così.
L’inverno del giustiziere di Sam Bourne (The Final Reckoning, 2008)
Traduzione Michele Lasvet
Longanesi, collana La Gaja Scienza 989, pagg. 424, euro 1960
ISBN 978-88-304-2781-5
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