Le date di fax e timbri postali parlano chiaro, ricostruendo le tappe di una corrispondenza allucinata e grottesca.

Il 14 dicembre 2004 la ditta Ortolan Mare di Trieste invia alla Consul Strade di Remanzacco un fax dove si prega di non effettuare il giorno successivo - 15 dicembre -  il previsto collaudo di un ponte di trenta metri sul torrente Viellia, realizzato a Tramonti di Sopra (Pordenone), lungo la Statale 552. Alcune sezioni in ferro non tengono, spiegano quelli della Ortolan, apparentemente credibili, in quanto fornitori di quelle stesse componenti metalliche, messi in allarme dalla relazione di un loro consulente. In pratica, è come se un coltivatore avvisasse un supermercato di non vendere la propria verdura, perché ha scoperto che è avvelenata dagli anticrittogrammici.

Alle 10 del mattino del 15 dicembre 2004, un'ora prima del collaudo del ponte commissionato dalla Provincia di Pordenone, la Consul Strade risponde con un fax dove si legge: "... in riferimento all'idea di non effettuare il collaudo del ponte sul Viellia per deficienze strutturali, vi comunichiamo che tale richiesta è molto tardiva e quindi non applicabile...".

Un'ora dopo questa comunicazione, ha luogo il collaudo, che consiste nel passaggio di tre autocarri colmi di ghiaia. Non appena i camion raggiungono da entrambi i lati il ponte, questo collassa paurosamente, aprendosi in due parti. Gli autocarri precipitano inelutabbilmente a valle e mentre due conducenti riescono ad abbandonare in tempo I loro mezzi, il terzo, Angelo Picotto - 64 anni - vola per circa dieci metri, rimanendo schiacciato nella cabina di guida. Ricoverato in ospedale, gli vengono diagnosticate lesioni alla colonna verticale.

Questo drammatico monumento al paradosso viene raccontato nell'edizione del 3 maggio del Gazzettino di Pordenone, stesso giornale che il 17 dicembre scorso dava notizia di un altro, agghiacciante particolare: e cioè che, prima del collaudo, quel pezzo di strada era già stato aperto al traffico per un'intera giornata ("Roulette russa sul ponte crollato") a causa di problemi di viabilità, esponendo migliaia di automobilisti a rischi mortali.

Della vicenda si occupa la magistratura, per altro impegnata a fronteggiare ondate di follia dilaganti in tutto il Nordest.

"Varechina nell'acqua, finisce all'ospedale" titola Il Corriere del Veneto del 3 maggio, riferendo di una cinquantenne vicentina di Sossano, insegnante di scuola materna, trasportata d'urgenza all'ospedale dopo avere ingollato devastanti sorsate di varechina da una bottiglia di acqua minerale acquistata facendo la spesa. Torna così d'attualità il mistero di Acquabomber, psicopatico che da circa un anno si diverte a procurare decine e decine di lavande gastriche alle vittime dei suoi attentati alimentari, che consistono nell'iniettare veleni o disinfettanti dentro bottiglie di acqua minerale in vendita negli ipermercati.

"Lite per amore, colpi di pistola al parco giochi" si legge sul Corriere del Veneto del 3 maggio, a proposito di quanto successo a Isola Vicentina.

Qui scoppia l'alterco tra un cinquantatreenne di Nocera Inferiore e il figlio della sua ex convivente, un trentunenne del posto. La situazione trascende al punto tale che, con l'involontario concorso di un passante, partono tre colpi di revolver, esplosi alle 13 di una domenica, tra le altalene e gli scivoli di un luogo progettato per lo svago dei più piccoli. Timori di degenerazioni iniziano a serpeggiare anche in ambiente ferroviario, a causa dei continui e tremendi atti di crudeltà involontariamente commessi da Trenitalia nei confronti di migliaia di utenti, meglio se obbligati a salire in carrozza tutti i giorni. "Il calvario dei pendolari" racconta Il Gazzettino di Bassano del 29 aprile, ricostruendo l'infernale odissea vissuta da oltre cento viaggiatori, in balia per tre ore di vagoni che si bloccano, passaggi a livello che non funzionano, convogli da cento posti dove si stipano numeri tripli di passeggeri.

Passano i giorni e i disastri si moltiplicano.

Tanto che il 3 maggio, sempre sul Gazzettino di Bassano, si legge: "Passaggio a livello in tilt, pendolari bloccati sulla linea".  Altre tre ore di calvario per una sbarra che non si abbassa.