Si torna di nuovo ad Hong Kong grazie alla collana “Bruce Lee e il grande cinema delle arti marziali”, curata da Gazzetta dello Sport e Stefano Di Marino: ad accoglierci c’è uno tra i più celebri film curati interamente da Jackie Chan e che ha contribuito a dargli fama internazionale, “Il ventaglio bianco” (Shi di chu ma / The Young Master, 1980).
Non è l’esordio registico del giovane attore, ma questo film segna comunque l’inizio di una nuova “età marziale”, quella cioè della collaborazione di Chan con la Golden Harvest: sodalizio lungo e fruttifero, anche quando - poco dopo - Jackie abbandonerà il genere marziale in costume. Alla sua uscita, questo film fu campione di incassi e Chan venne dichiarato la “top star” del cinema di Hong Kong, primato che fino ad allora era stato di Bruce Lee!
Due scuole di arti marziali si contendono il primato nell’evento della Danza del Lione. Il campione in carica, Tigre (Pai Wei), rimane infortunato e sarà Dragon (Jackie Chan), giovane promettente ma scavezzacollo, a doverlo sostituire. In realtà questo è solo l’inizio di un rocambolesco susseguirsi di avventure e situazioni paradossali, tutte all’insegna di un grande ventaglio bianco.
In una ipotetica enciclopedia del cinema marziale, avrebbe un posto d’onore la celebre scena in cui Jackie combatte con un grande ventaglio bianco (elemento che evidentemente colpì i distributori italiani, tanto da farlo diventare - caso unico al mondo - il titolo del film!). Pare ci siano volute 329 riprese per eseguire alla perfezione la complicata coreografia, ed anche se questo fosse vero solo in parte, lo stesso dimostrerebbe la passione per i particolari e per il perfezionismo che già denota il Chan-regista. La scena, però, è sempre stata presentata in forma ridotta: solo nel 2004, grazie a Elleu Multimedia, è arrivata anche in Italia l’edizione digitale completa, con una versione più estesa del celebre scontro al ventaglio bianco.
Stesso discorso per il combattimento finale tra Chan e il cattivo Whang In-shik, grande caratterista del genere e reale artista marziale di grande valore. Pare che la scena durasse in complesso ben 15 minuti, anche se poi venne drasticamente tagliata. C’è chi dice che, all’epoca, la durata originale lo avrebbe reso il combattimento più lungo mostrato su schermo: ci riserviamo di dubitarne...
Oltre ad un cast eccezionale, anche nel caso delle comparse, vanno segnalate alcune presenze di riguardo. Nel ruolo del poliziotto Sang Kung troviamo un vero decano del cinema di Hong Kong: quel Shih Kien che in Occidente è più famoso per aver interpretato il ruolo di Han ne “I 3 dell’Operazione Drago” (1973). Suo figlio nel film è quel Yuen Biao inseparabile amico di Jackie (e spesso sua controfigura, anche se non ufficialmente). Per finire, va segnalata la presenza della bella Lily Li, che fra gli anni Sessanta e Settanta fu giudicata la più promettente attrice degli Shaw Bros.
Il film in Italia ha conosciuto buona distribuzione perché inserito in un ciclo di film di Chan che viene presentato quasi senza cambiamenti da più di dieci anni. Dopo l’edizione Elleu citata, che va a sostituire la più corta e più mediocre edizione Legocart del 2000, la DNC Home Entertainment ha ripresentato il film nel 2004 e la Dall’Angelo Pictures nel 2009.
Pare che originariamente Chan abbia girato un film della durata di 180 minuti: tre ore impossibili da distribuire al cinema! Se fosse stata una telenovela fantasy, forse qualche speranza l’avrebbe avuta, ma per un film marziale 100 minuti sono già abbastanza. Così sin dall’inizio il film è stato distribuito in home video in due tagli: uno di 106 minuti per il mercato di Hong Kong, uno di 90 per quello internazionale. Esiste però una versione taiwanese che pare abbia ulteriore materiale, non presente nelle altre due.
Chiudiamo con una curiosità. I titoli di coda hanno una particolarità: presentano la canzone Kung Fu Fighting Man che è l’esordio canoro di Jackie Chan. L’attore, tra l’altro, ha infatti una lunga carriera musicale alle spalle iniziata proprio con quel brano: fino ad oggi ha inciso molti dischi e cantato colonne sonore per film di altri.
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