Un romanzo ritmico, esilarante, un po’ commedia un po’ giallo (perché alcune verità semi-omicide devono venire a galla), quello di Carl Hiaansen, Una donna di troppo (traduz. A cura di Luca Conti e Luisa Piussi).
Joey è una donna acuta e dotata di un notevole senso dell’ironia, ma si innamora dell’uomo sbagliato e se lo sposa. Lui, chiamato Chaz, è così sbagliato che tenta di ucciderla: in occasione di una crociera romantica, complice il buio, dopo averla rimpinzata di vino, la conduce sulla prua dell’enorme nave e la scaraventa giù, confidando nella corrente del Golfo e nell’appettito delgi squali. Spettatrice una notte di pioggerellina e la Corrente del Golfo, Joey si salva provvidenzialmente e approda su un isolotto dell’Alantico dove si imbatte in un curioso – ma affascinante – personaggio che sarà suo complice nella vendetta e nello scioglimento del tentato uxoricidio. Questo alla faccia delle ricerche:
«La Guardia Costiera ampliò la ricerca fino a coprire quasi tremila miglia quadrate, anche se gli sforzi erano soprattutto concentrati su un’area di forma trapezoidale al largo della Miami– Dade County, in base alle false informazioni fornite da Chaz. Lui era sempre più convinto che Joey non sarebbe stata trovata, ma nutriva il segreto timore che, se gli squali non avevano fatto il loro lavoro, il corpo potesse saltar fuori su qualche spiaggia dalle parti delle Keys». Sono appunto le spiagge e il mare, ora rabbioso ora plumbeo, o le rive paludose dell’Everglades della Florida i paesaggi privilegiati del libro.
Detta così sembra la classica commedia all’americana densa di humor e buoni finali ma vi assicuro che il romanzo sorprende. È frizzante, intelligente, ricco di momenti introspettivi. I tipi umani sono presentati senza edulcorazioni, basta un dettaglio, un compiacimento, un pensiero. Il marito fetente viene dipinto in alcuni atteggiamenti infimi e memorabili, ma anche l’eroina naufraga svela, a volte, interessanti debolezze femminili.
Da leggere e godersi fino all'ultima pagina.
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