L’Italia è senza dubbio il paese dei mille misteri, delle trame più o meno occulte, dei complotti o presunti tali, dei dossier trovati e spariti, dei giochi di potere, delle inquietanti e impalpabili eminenze grigie. In questa realtà frammentata e complessa, strutturata e ambigua, si inseriscono, anche a seguito delle recenti inchieste della magistratura, le questioni relative alla sparizione dell’agenda rossa di Paolo Borsellino (in cui il magistrato annotava tutti gli sviluppi delle sue inchieste e che dopo la sua morte è misteriosamente sparita), ai mandanti delle strage di Capaci e via D’Amelio e alla presunta trattativa fra Stato e Mafia.
A queste italiche oscurità è dedicato I misteri dell’agenda rossa di Francesco Viviano e Alessandra Zitti, da poco edito da Aliberti editore nella collana Yahoopolis. In questa loro ultima fatica i due giornalisti di Repubblica cercano di far luce nei nebulosi intrecci che sarebbero dietro una delle pagine più tragiche della nostra storia recente. I due giornalisti avvalendosi dei documenti inediti sui Ciancimino e delle nuove rivelazioni del boss Gaspare Mutolo si muovono in un intrico di ipotesi, fra cui emerge inquietante l’attentato progettato dalla Mafia allo Stadio Olimpico nel 93, per uccidere il maggior numero possibile di carabinieri, e poi fortunatamente mai attuato.
Nel volume è riportata anche la lettera inviata dall’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino alla Commissione Parlamentare Antimafia il 29 ottobre 1992 in cui chiese nuovamente di essere ascoltata in merito all’omicidio dell’onorevole Lima, ma nessuno lo volle sentire.
Si tratta di un testo scomodo e acuminato che sprona a riflettere e a porsi delle domande. Da un punto di vista prettamente narrativo ha svariati pregi, fra cui una prosa elegante ed efficace ed inoltre presenta una struttura complessa e affascinante, alternando momenti saggistici alla riproposizione di interviste di noti boss (riproposte per intero e in originale). Di particolare interesse è inoltre la testimonianza del giudice Luca Tescaroli, già magistrato presso la procura di Caltanissetta, e oggi sostituto procuratore a Roma, che ha a lungo indagato sul periodo stragista di inizio anni 90.
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