Non è che il noir sia proprio il genere più adatto per descrivere Il libro dei coniglietti suicidi; ma d'altronde è difficile essere più precisi. Acquistando questo volumetto ci si trova davanti un'opera di un'ottantina di pagine, orientata in orizzontale invece che in verticale come la maggior parte dei romanzi, e con una solida copertina di cartone di un arancione molto acceso. Su questa copertina è disegnato un tostapane da cui escono due lunghe orecchie, chiaramente appartenenti a un coniglio che ha deciso di farla finita in modo assai cruento. L'immagine di copertina è una di quelle che compongono il libro, fatto solo di tavole disegnate, quasi esclusivamente mute; talvolta disposte a formare una tradizionale striscia fumettistica, più spesso singole illustrazioni a tutta pagina. Protagonisti di tutti questi disegni sono teneri coniglietti bianchi, che non hanno altra ambizione dalla vita se non quella di terminarla in modi che definire barocchi sarebbe solo un'eufemistica approssimazione. Qualche esempio? Be', c'è il coniglietto che si pone dietro la schiena del samurai che si trafigge lo stomaco con la spada rituale, finendone infilzato a sua volta; c'è quello che attende, orologio alla mano, sotto ai reattori di un razzo della NASA; c'è quello che sta per lanciare un boomerang a cui ha legato una bomba a mano; c'è quello che si piazza sul disco di teletrasporto dell'Enterprise di Star Trek ma stando a metà, finendo così segato in due... un'idea dovreste esservela fatta, ma l'elenco potrebbe continuare a lungo. Ogni pagina di questo libriccino gronda di humour nero, e spinge il lettore a cercare i piccoli particolari presenti sulla tavola illustrata, talvolta lo stesso coniglietto che non è immediatamente individuabile. Insomma, una grande piccola gemma di macabro divertimento. Anche gli animalisti possono stare tranquilli: la biobibliografia dell'autore si premura di ricordarci che una volta egli possedeva un coniglietto, poi morto per cause naturali. Certo, visto il contenuto di questa raccolta di vignette, viene da chiedersi se sia stato effettivamente così...