Vi chiedo una citazione dal vostro romanzo La clessidra d'avorio (Edizioni XII, collana Mezzanotte) 

Riportiamo l'incipit del romanzo:

“La sfida stava per iniziare. I trentadue pezzi erano disposti sulla scacchiera con precisione, ognuno perfettamente al centro della propria casella, e i due piccoli eserciti di marmo sembravano attendere lo scontro con orgoglioso silenzio.

Il bianco era toccato al giovane italiano, come atto di cortese ospitalità. In verità l’incontro aveva altri scopi e la partita a scacchi sarebbe stata soltanto di supporto; parlare giocando avrebbe dato ordine ai concetti, scandito con metodo le frasi tra una mossa e l’altra.”

Qual è il plot? (la trama in 1 riga)

Stefano: Il romanzo narra della ricerca di un'antica clessidra dai presunti poteri alchemici.

Perché questa storia?

Davide: Volevamo un romanzo storico-avventuroso ambientato in un periodo non troppo sfruttato come quello Napoleonico, gli altri piani temporali sono stati sviluppati attorno al primo. La prima bozza della storia l’ho ideata io e poi sviluppata nella versione definitiva con Stefano. Desideravamo qualcosa di misterioso, intrigante, ma allo stesso tempo illuminato e razionale. Per questo abbiamo ideato due personaggi così diversi tra loro, ma comunque, e forse proprio per questo, legati da grande amicizia.

Perché il titolo “La clessidra d’avorio”?

Stefano: Abbiamo deciso per un titolo semplice ma suggestivo, che indicasse direttamente uno degli elementi principali della trama. L'idea di questo titolo è stata di Davide e a me è piaciuta subito.

Come avete architettato la struttura?

Davide: Partendo dal soggetto, la ricerca della clessidra, e sviluppando di conseguenza i vari capitoli intorno ai personaggi e al canovaccio principale. Come tutti i manoscritti poi abbiamo aggiustato diverse cose in corsa e in fase di rilettura e revisione.

Come avete ideato i personaggi?

Stefano: I personaggi, nella loro forma embrionale, erano già quasi tutti presenti nelle prime ipotesi di trama. Altro discorso è la loro caratterizzazione, che in parte è venuta creandosi con le stesure iniziali e perfezionandosi con le successive. Abbiamo cercato di dare importanza a questo aspetto e, a giudicare dalle prime reazioni al libro, ci siamo forse riusciti (molti lettori, con nostro grande piacere, confessano d'esser stati coinvolti dal punto di vista emotivo dai personaggi della Clessidra d'avorio!).

Prendetene uno e analizzatelo

Davide: Darius, uno dei protagonisti. Razionale, pignolo, con una mente aperta e analitica. A volte borioso, spocchioso e sicuramente logorroico J.

Ateo, dichiaratamente anticlericale, anche se amico di lunga data con Belois, frate domenicano. Gran giocatore di scacchi e sempre propenso al dialogo. Un po’ impacciato nei momenti di azione, utilissimo nella risoluzione degli enigmi che incontrerà nella ricerca della clessidra. Uno scienziato dei primi del ‘800, studioso di testi antichi, matematici, filosofici e di tutto lo scibile umano.

In questo romanzo è preponderante l’elemento alchemico. Ci date una definizione non accademica di alchimia?

Stefano: L'alchimia è un insieme di valori: etici, spirituali ed empirici. Se dovessimo giudicare l'alchimia dal solo punto di vista delle potenzialità concrete, temo ne uscirebbe piuttosto male, ma non sarebbe un giudizio completo. Io parto da un atteggiamento scettico, tuttavia confesso di subire il fascino di alcuni aspetti filosofici dell'alchimia (la volontà di superare i limiti della natura umana, il bisogno di comprendere i meccanismi del mondo naturale, e così via).

Quali sono i requisiti che pretendete dalla vostra scrittura?

Davide: Semplicità, eleganza e coinvolgimento del lettore. Non è facile soddisfare questi tre requisiti sempre e comunque. È appagante scoprire di aver fatto un buon lavoro quando ricevi dei feedback positivi, soprattutto con gli obiettivi che ti era prefissato.

Quali sono i maestri di stile?

Stefano: In un romanzo storico, emerge subito il grado di conoscenza che l'autore ha del contesto in cui ha ambientato la sua trama o la qualità del lavoro di ricerca che ha compiuto prima di scrivere. Personalmente apprezzo molto i libri che permettono di imparare, oltre che essere uno svago. Penso a opere come Il nome della rosa di Eco o La grande rapina al treno di Crichton; oppure a titoli più recenti come L'enigma del gallo nero di C.J. Samsom o Bambino 44 di Tom Rob Smith, solo per citarne alcuni. L'ammirazione per questi autori si basa soprattutto nel valore della loro ricerca storica, che sa essere nello stesso tempo rigorosa e originale.

Vi chiedo un saluto facendo, come avviene nel romanzo, uno o più salti nel tempo

Stefano: Dies Mercuri, 1 September 1604. In chiosa adunque di codesto dialogo, al lettor gentile rivolgo il saluto mio, ché altra lettura, ad una tal clessidra d'avorio dedicata, m'auguro vorrà hora principiare...

Davide: 21 brumaio 1810. Ho ritrovato un oggetto prezioso, con esso potrò dettare i tempi della grande opera, e divenire immortale. Questo messaggio è un saluto per i posteri.

11 novembre 2010. Un saluto dal mio laboratorio, dove ho passato gli ultimi secoli a portar a ebollizione la materia impura portandola al sublime.

Il book trailer del romanzo:

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Davide Cassia nasce a Varese nel 1970; il suo esordio nel 2001 con il romanzo noir Morte di un perdente. Da allora ha pubblicato altri otto romanzi. Esperto di videogiochi, tra il 1999 e il 2004 ha collaborato con NGI Magazine, di cui è stato caporedattore. Nel 2007 ha partecipato all'antologia di racconti XII, progetto dal quale ha preso le mosse l'Associazione Culturale XII, della quale è uno dei fondatori. Con Edizioni XII ha pubblicato nel 2007 il thriller Inferno 17, nel 2010 La Clessidra d'Avorio insieme a Stefano Sampietro e ha partecipato alle raccolte TaroT - Ludus Hermeticus e Corti - Prima stagione.

Cura, sul forum di Edizioni XII, il vivacissimo concorso mensile USAM - Una Storia al Mese.

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Stefano Sampietro nasce a Como il 20 febbraio 1973. Dopo la Laurea in Economia, consegue il Dottorato di Ricerca in Finanza Matematica e diviene docente a contratto presso l’Università Bocconi, prima, e presso l’Università LIUC Carlo Cattaneo, poi. Dal 2004, a fianco dell’attività universitaria, lavora in una società di ingegneria finanziaria.

L’esordio nel mondo della narrativa avviene con il successo in due concorsi letterari a carattere locale. Negli anni seguenti, alcuni suoi racconti vengono pubblicati sulla rivista di fantascienza Futuro Europa (Perseo Libri editore). Di recente, ha scritto il suo primo romanzo in collaborazione con Davide Cassia.

Come autore di Edizioni XII ha pubblicato nel 2010 La Clessidra d'Avorio in collaborazione con Davide Cassia e ha partecipato all’antologia Corti.