Gorbaciòf non è soltanto un titolo (di un film di Stefano Incerti).

D’ora in avanti sarà un personaggio interpretato da Toni Servillo, frutto della convergenza in un punto focale più che di due personaggi, tra l’altro quanto mai differenti e distanti tra loro (il Titta de Le conseguenze dell’amore e l’Andreotti de il Il Divo), di due modi differenti di stare davanti ad una cinepresa: con e senza make-up.

La differenza, nel caso di Servillo, non è cosa da poco, visto che il make-up sembra consentirgli una libertà di inventare assente, ma soltanto perché tenuta a bada, nella situazione senza (make-up).

Detto questo, il risultato quello di un personaggio sfaccettato, tale Marino Pacileo, soprannominato Gorbaciòf a causa di una voglia sulla fronte simile a quella dell'ex presidente sovietico impiegato come cassiere nel carcere di Poggioreale, dedito al gioco d’azzardo nonché innamorato di Lila, figlia del proprietario di una bisca…

Stavolta al “trucco” tout-court si aggiunge il mestiere d’attore (di cui il trucco fa parte), una camminata “oscillante” inventata per il ruolo e da molti paragonata a quello di Chaplin/Charlot, impressione rafforzata dalla giacca molto stretta in vita, camminata che segnala non soltanto una sorta di difformità dal resto del consenso umano per il semplice motivo che nessuno intorno a lui cammina in quel modo, ma anche la rivelazione di un qualcuno in continua fuga. La camminata con la quale Gorbaciòf/Servillo solca il film è a dispetto del fatto di essere per certi versi “buffa” gli garantisce, almeno fino ad un certo punto, una sorta di lasciapassare per una immunità fisica capace di proteggerlo quando le cose non vanno come dovrebbero, visto che Gorbaciòf sa perfettamente come difendersi quando le circostanze lo richiedono magari perché chi gli ha prestato i soldi per continuare a giocare li rivuole indietro (Lila, la giovane orientale con la quale sogna di rifarsi una vita, lo paragona ad una tigre in mezzo alle scimmie…).

Sappiamo però come vanno a finire storie del genere, storie dove il protagonista sembra incapace di arrestarsi prima di superare il punto di non ritorno, e anche stavolta non sbaglia chi dietro il moto perpetuo di Gorbaciòf, intravvede un altro moto che si avvicina, quello del perdente che in un finale preso di peso da un episodio di Pulp Fiction (con protagonisti Samuel Jackson e John Travolta…) coglierà Gorbaciòf da seduto (paradossalmente...).

Chi è interessato ad un film con dentro una grande prova d’attore non se lo perda…