La collana “Bruce Lee e il grande cinema delle arti marziali”, curata da Gazzetta dello Sport e Stefano Di Marino, porta in edicola questa settimana un altro esponente della commedia sgangherata e un po’ marziale che ha caratterizzato gli anni Ottanta della produzione di Hong Kong. Stiamo parlando di un vero all star movie con alcuni dei comici più apprezzati dell’epoca, oltre che degli atleti più preparati nel gongfupian: “La gang degli svitati” (My Lucky Stars, 1985), diretta da Sammo Hung.
Muscles (Jackie Chan) è un poliziotto di Hong Kong sotto copertura che sta cercando di smantellare dall’interno un gruppo di yakuza. Non potendo fare affidamento sulle forze di polizia, chiederà aiuto ai suoi amici di infanzia, un gruppo di pochi di buono che si fanno chiamare “Five Lucky Stars” (le cinque stelle fortunate). Volano tutti in Giappone e fra situazioni comiche e azioni rocambolesche, i buoni vinceranno... loro malgrado!
Il film può essere considerato un sequel del precedente “Winners and Sinners” (1983), anche se alcuni personaggi e nomi sono diversi. Per esempio il personaggio di Curly nel primo titolo veniva interpretato da John Sham che, per impegni politici, non poté partecipare alla “Gang degli svitati”, e fu sostituito da Eric Tsang con il suo personaggio di Roundhead.
Va sottolineato come Eric Tsang fosse all’epoca una star comica di Hong Kong in piena ascesa (e tutt’oggi è fra i più talentuosi divi di quella cinematografia), tanto che Jackie Chan cercò per mesi di portarlo alla Golden Harvest senza successo, mentre Tsang accettò di entrare alla Cinema City con un contratto migliore.
Nel 1984, racconta Tsang in un’intervista del 2004, «Sammo Hung mi avvicinò e mi disse di avere dei nemici all’interno della Golden Harvest: voleva me come suo alleato.» Dopo aver prodotto e interpretato “La gang degli svitati”, Tsang si vide affidare la regia (non accreditata) e la sceneggiatura del sequel, “Bambole e botte”, perché intanto Sammo aveva fondato la D&B Films Co. con Dickson Poon. Malgrado fosse un outsider, quindi, Tsang si ritrovò ad essere la spina dorsale dei film dei Lucky Stars.
Nel cast figurano anche il celebre Richard Ng, comico caratterista che si può ritrovare in commedie più o meno riuscite sin dalla metà degli anni Settanta, così come Sammo Hung e Yuen Biao, amici d’infanzia di Jackie Chan e allievi insieme a lui della Scuola dell’Opera di Pechino. In realtà, Chan e Biao sono appena delle comparse della pellicola, incentrata invece su Sammo e i suoi amici “lucky stars”, impegnati nelle situazioni più comiche e ridicole possibili.
Fra i caratteristi del film spiccano la lottatrice giapponese Michiko Nishiwaki (tre volte campionessa nazionale di bodybuilding e stuntwoman cinematografica) nel ruolo della yakuza che mescola i dadi e che si impegna in una storica sequenza marziale con la protagonista Sibelle Hu, e Dick Wei, incontrato la settimana scorsa nel ruolo del capo dei pirati in “Project A - Operazione pirati”.
Non ci sentiamo di dire che “La gang degli svitati” sia un film che resista al giudizio del tempo: visto oggi, dopo venticinque anni, non può certo risultare quel campione d’incassi che fu all’epoca, ma lo stesso rimane una ghiotta opportunità di vedere alcuni grandi attori e caratteristi cinesi la cui filmografia in lingua italiana è ridotta all’osso.
Insieme ad altri successi di Jackie Chan, il film esce in DVD italiano per la prima volta nel 2000 in una edizione di scarsa qualità, per poi conoscere un’edizione rimasterizzata per la Elleu Multimedia nel 2004, ripresa in seguito dalla DNC nel 2007 e dalla Dall’Angelo Pictures nel 2008. Questo fiorire di edizioni italiane ci fa chiudere con una riflessione: come mai un simile trattamento non è stato riservato anche agli altri grandi successi degli attori protagonisti, di livello nettamente superiore a questo film?
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