Mi spiace sempre quando non riesco a terminare un libro. Una volta mi imponevo di farlo anche se proprio non mi andava giù, impegnandomi in mesi e mesi di lettura forzata. Oggi ho smesso di farmi violenza e per questo abbandono La donna alla fermata libro edito dalla Fratelli Frilli editore, scritto dal torinese di nascita ma ligure per residenza, Antonio Caron.
Questa non è la sua prima pubblicazione, anzi il commissario Vitale protagonista della storia è già alla sua seconda indagine.
Purtroppo però, la narrazione risulta banale, scontata, poco interessante.
Un giallo fin troppo classico, dai contorni confusi che annoiano e tra ripetizioni di quanto la moglie del commissario tenesse il muso per i continui silenzi del marito e la delineazione dei personaggi che si confondono porta troppo spesso fuori strada fino a stancare.
Antonio Caron è nato a Torino nel 1940, laureato in Scienze Politiche, giornalista professionista dal 1965. Ha lavorato presso agenzie giornalistiche, quotidiani e uffici stampa. Per motivi professionali si è trasferito a Mantova, Genova e Vicenza traendo da ogni circostanza motivi di arricchimento umani e culturali. Sposato e con due figlie, risiede dal 1992 a Bogliasco.
Probabilmente proprio dalle sue esperienze di vita nascono gli spunti di ambientazione del romanzo.
Vitale infatti parte dalle langhe per un corso di aggiornamento a Genova.
Si trasferisce provvisoriamente a vivere sulla riviera ligure, ma in questo caso, la descrizione dei paesaggi dei luoghi, è confusa e poco definita, soprattutto se calcoliamo che è un autore locale a parlarne.
In questo palcoscenico avvengono due omicidi e Vitale decide di indagare un po' per conto suo. Bhe, aspettiamo la prossima indagine del commissario Vitale magari andrà meglio.
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