Dopo Un'indagine senza importanza, in La dea Madrina di Robert Hültner torna l'ispettore Paul Kajetan con una nuova, avvincente indagine.

La dea Madrina si è aggiudicato il Deutscher Krimipreis e il Premio Glauser come miglior giallo nel 1998, due fra i più importanti riconoscimenti tedeschi.

La serie dei romanzi di Kajetan continuerà con L’ispettore Kajetan e i traditori.

L'autore sarà in Italia per presentare il libro in queste date:

27 settembre: Milano, libreria Hoepli spazio MilanoNera

28 settembre: Roma, libreria Odradek

29 settembre: Bologna, libreria Trame, Bologna

2 ottobre: Rovigo, Fiera delle Parole, sezione Le parole del Giallo organizzata da Paolo Roversi.

La dea madrina di Robert Hültner (Del Vecchio Editore - collana Noir) pag. 304 - € 14,00 - ISBN 8861100236

Monaco 1924. Allontanato dalla polizia per insubordinazione, Kajetan si trova in brutte acque: solo, disoccupato, squattrinato, sta per essere sbattuto fuori dalla pensione. Gira randagio per la città e come se non bastasse finisce in galera per aver picchiato due uomini che maltrattavano una prostituta. Sembrerebbe non poter andare peggio e invece appena uscito dal carcere Kajetan viene coinvolto in un traffico illegale d'armi da un certo Fritz Urban,

A Monaco, Urban è un'autorità in fatto di locali notturni, prostitute e traffici illeciti e quando offre all'ex poliziotto un lavoretto ben pagato, come ricompensa per aver difeso una delle sue prostitute, Kajetan accetta. Sono tempi difficili, in cui pur di non soccombere bisogna scendere a compromessi, fare i conti con la propria coscienza.

D'altronde in tutto la Germania si respira una brutta aria, la Repubblica sta per fallire, gli estremisti politici e le spinte nazionaliste si esasperano. La crisi economica sta mettendo in ginocchio il paese, e come spesso avviene i delinquenti comuni e i militari si spartiscono il bottino accumulando potere e ricchezze.

In tutta questa torbida faccenda Kajetan, ruvido e tenero, maldestro ma comunque efficace, ritrova il suo primordiale istinto verso la giustizia. E lo fa anche grazie a quella prostituta per cui era finito in cella. Kajetan si innamora di lei, che è stata la scaturigine di tutti i suoi guai. Il suo nome è Mia, è una ragazza dolce, semplice, di origini contadine. I due trascorrono una notte insieme, ma la ragazza improvvisamente scompare e pochi giorni dopo viene trovata morta avvelenata nella sua camera.

Il caso viene subito archiviato come suicidio. Ma Kajetan non è persuaso e comincia le sue indagini. I sospetti divengono piano piano certezze e portano alla luce una serie di fatti sepolti ormai sotto il tappeto del tempo. La complessa situazione storica e la grande varietà umana dei personaggi messi in scena da Hultner, giungono ad una verità che, nella complessa e sfaccettata luce della Storia, mostra che la giustizia non è semplice astrazione, ma un percorso travagliato e faticoso delle singole coscienze personali che formano una nazione.

Robert Hültner è nato nel 1950 a Inzell/Chiemgau. Ha studiato alla Scuola superiore di cinematografia di Monaco, è stato assistente alla regia, drammaturgo, e regista di cortometraggi e documentari. Ha viaggiato con un cinema ambulante in paesi privi di sale cinematografiche e ricostruito filmati storici per il Museo del cinema di Monaco. Nel 1993 esce il suo primo romanzo giallo, Walching, in cui vede la luce la figura dell’ispettore Kajetan.