Dario è appena tornato in "Gustosa", l'azienda di yogurt che l'ha cresciuto come manager e dai cui, anni prima, è fuggito. Ritrova vecchi nemici, nuovi amici e la sua città natale. Il ritorno del protagonista tra le mura e le scrivanie familiari si complica per una serie di omicidi che stroncano le vite di alcuni suoi nemici storici in azienda. Dario verrà risucchiato dal turbinare di sangue - nel doppio ruolo di indagatore e indagato - assieme al commissario Vittone, uno sbirro che contro le aziende cova un personalissimo risentimento.
Giallo canonico, questo di Marco Lombardi, che più tradizionale non si può: l'autore - 46 anni, ex direttore del personale di un'azienda, ora giornalista, critico cinematografico, scrittore e gastronomo - gioca a nascondino col lettore, crea doppi posizionando specchi, prepara colpi di scena. I nuovi amici è un romanzo scritto con una certa grazia e leggerezza, godibile, a cui si possono perdonare sviste di struttura e di scenario tipiche di un non addetto al mistero full time.
La realtà aziendale descritta non ha niente a che vedere con altri romanzi cucinati a base di sangue e uffici - come per esempio l'iperbolica follia del Bret Easton Ellis di American Psycho o la crepuscolare ed elegante complessità de La solitudine del manager di Manuel Vázquez Montalbán - ma funge da semplice location e "brodo psicologico" in cui affondano le nevrosi dei personaggi. Lombardi non ha la pretesa di nascondere sotto la trama trattati sociologici né di cercare virtuosismi letterari, ma di raccontare una storia immersa in un ambiente che conosce bene, coinvolgendo il lettore con l'intento di regalargli qualche mezz'ora di divertimento, distribuendo pennellate fini, che sanno di poesia quotidiana.
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