Nel 2006 scoppia il fenomeno “Firmino”: il bostoniano Sam Savage, ex professore di filosofia e poi meccanico e carpentiere, fa uscire in sole mille copie un romanzo che in breve tempo vince un numero impressionante di premi, divenendo il caso editoriale dell’anno. La storia parla di un topolino che, abbandonato in giovanissima età dalla madre, per sopravvivere comincia a mangiare le pagine dei libri del negozio dove è nato. Mangiando, però, comincia anche ad apprezzare il “contenuto” delle pagine: comincia a leggere e in breve diventa un fine intenditore di letteratura!
Per uno “pseudo-lettore” come Firmino, non poteva mancare uno pseudobiblion.
Ecco che così il topolino mette le mani (pardon, le zampe) su «un libro in brossura di 227 pagine giallognole stampato in economia. La copertina rappresentava, su uno sfondo giallo canarino, la città di New York in fiamme, sulla cui sagoma infuocata incombeva, avvolto nel fumo, un enorme ratto, più grande dell’Empire State Building, gli occhi rossi e le zanne che grondavano sangue. Il titolo compariva in cima alla pagina in pennellate anch’esse color rosso sangue: “La nidiata”. In basso, in lettere che mi sembrarono offensive, tant’erano minuscole, c’era il suo nome: E.J. Magoon»
«Sembrava un buon piano - racconta il romanzo - ma sfortuna volle che, malgrado i decenni passati in orbita a spiare e analizzare, le sonde spaziali degli Axion avessero commesso un errore banale, giungendo alla conclusione sbagliata che la specie dominante sulla Terra fosse il ratto norvegese. In seguito a questo errore, un giorno del 1955 una dozzina di femmine di ratto ignare accolsero nei loro nidi un ugual numero di Axion».
Una volta compreso l’equivoco, però, l’operazione non si poteva più fermare. Cresciuti, gli Axion-topi tentarono di stabilire contatti con gli umani, i quali li massacrarono senza pietà. La risposta da Axi 12 non si fece aspettare: il romanzo si chiude in un 1985 apocalittico, dove tutti i terrestri sono stati sterminati dalla furia vendicatrice degli Axion.
Vista la simpatia che nel romanzo Magoon sembra avere per i roditori, nasce una bella amicizia con Firmino, primo e più grande fan dello scrittore!
Questo romanzo non appassiona Firmino come il precedente, però ne condivide la visione della vita: «ogni giorno un po’ più debole e folle».
In chiusura, a titolo di cronaca “letteraria”, ricordiamo come il romanzo di Savage abbia molte rassomiglianze con “La bibliotecaria. La vera storia di Marta, la Tarma”, del nostrano Claudio Ciccarone: non si può far altro che invitare alla lettura di entrambi per decidere.
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