Con otto giallisti di razza…
Delitto Capitale di A.A.V.V. a cura di Marco Tagliaferri, Hobby & Work 2010.
Mettiamo quattro amici al bar. Anzi, mettiamo otto amici scrittori di giallo in senso lato alla premiazione di un libro a Roma. Più precisamente: Giulio Leoni, Luigi De Pascalis, Andrea Franco, Enrico Luceri, Sabina Marchesi, Massimo Mongai, Massimo Pietroselli, Nicola Verde. Sicuro che nascono discussioni sulle formule e sulle sigle che si appioppano di qua e di là, sulla letteratura di genere e non, e insomma le solite cose. E sicuro che nasce una antologia come il sorgere e il tramontare del sole.
Più o meno facile trovare l’idea giusta. Qualche scaramuccia e poi delitti ambientati in uno stesso luogo in tempi diversi. Praticamente in una antica “insula”, divenuta con il passare del tempo il palazzo di via della Falce dove abita l’enigmatico Tagliaferri, il curatore della suddetta antologia, stramaledetto da tutto il gruppo giallistico.
Come cornice le “chiacchiere” dei nostri otto condottieri sull’evolversi del lavoro, sul "rompiballe" sopra menzionato, sugli scrittori stessi visti nelle loro caratteristiche fisiche e in certi particolari atteggiamenti. Chi fuma la pipa, chi il toscano, chi assomiglia a Nero Wolfe, o a Falstaff, o a Joe Pesci, o a Sherlock Holmes, chi è visto “…flemmatico come un giocatore di scacchi russo” (A dir la verità l’ex campione del mondo Garry Kasparov era tutto fuorché flemmatico) con Sabina, unica donna del gruppo e “un bel peso da portare”. Tutti quanti confortati da sbevazzate e biascicamenti vari. Otto e più delitti in tempi diversi (le date finiscono misteriosamente con il numero nove) a partire dal 69.d.C. per finire al 1999.
E allora arrivano i morti ammazzati: avvelenati, con la testa mozzata staccata dal corpo, infilzati, accoltellati, picchiati, soffocati ecc… Ed insieme a tanti nomi anonimi personaggi storici di rilievo, pure in veste di detective come Cagliostro o il famoso boia di Roma mastro Titta.
Intrecci politici e amorosi, ricerca storica approfondita (spunti di vita quotidiana, sette segrete, culti particolari…) unita alla perizia dell’indagine e non manca neppure il classico mistero della camera chiusa. Qualche parte “pesantina” (almeno per il lettore medio), alleggerita comunque dall’umorismo gradevole della cornice, che nessuno è perfetto.
Dicevo otto racconti con più di otto delitti che arrivano al 1999. Ma non ho detto la verità. Ce n’è un altro del 2009, proprio come epilogo di tutta la storia. Desiderato dagli scrittori e fatalmente avverato.
Buona lettura.
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