Sarà anche una moda scoppiata grazie a Larsson, ma è inutile negare che la diffuzione in Europa e in Italia di autori svedesi, in certi casi ha svelato alcuni preziosi gioielli.
Uno di questi è La principessa di ghiaccio di Camilla Lackberg, che è approdata nelle nostre librerie grazie a Marsilio e che è stata davvero una sorpresa.
L'autrice è stata definita, non a torto, la moderna Agatha Christie della Svezia e, dopo la lettura della sua opera d'esordio, non possiamo fare a meno di confermare.
Erika è una scrittrice, che vive una fase delicata della sua esistenza a seguito della morte improvvisa dei genitori e del rapporto teso con la sorella e il cognato.
Alex è un'amica d'infanzia di Erika, una donna bella, sicura di sè, con una vita che non lascia presagire alcun sentore di malessere. Proprio per questo quando viene trovata morta, suicida, nessuno riesce a farsene una ragione. E i genitori non credono che si sia potuta togliere la vita.
A questo punto comincia la più "classica" delle indagini tra sospetti, segreti, bugie, indiziati, poliziotti di tutte le "razze", storia d'amore e soluzione finale.
Forse riassunta così la trama del romanzo sembra non essere niente di speciale e invece si rivela davvero una sorpresa. Un libro pulito, positivo, in cui l'autrice riesce a riutilizzare tutti gli elementi del giallo classico in chiave moderna, dosando la tensione narrativa e conducendo il lettore per mano dalla prima all'ultima pagina.
Un romanzo appagante, dove ogni elemento ha il suo posto, in un gioco a due tra autrice e lettore, in cui la prima è brava nel fornire esattamente quello che serve, quando serve e dove il secondo si fida pagina dopo pagina incondizionatamente.
Il risultato è un romanzo fresco, dinamico, con una trama lineare, ma che si sviluppa su più livelli, che aiuta davvero a riscoprire oggi la modernità di un genere che troppo spesso si reputa ormai anacronistico.
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