Sistema Juventus. Chi ha ucciso il gioco più bello del mondo è stato scritto a tre mani da Mazzini Gianluca, Girola P. Michele, Picci Alberto ed è un percorso concentrato sulle vicende juventine, soprattutto quelle in discesa.
Inizia nel 1994, anno dell’inchiesta mani pulite, in cui tramontano partiti politici storici e ne nascono nuovi, l’anno in cui la famiglia Agnelli decide di riorganizzare l’assetto dirigenziale della Juventus e di affidarsi a quella che verrà poi denominata la “triade” ovvero: Roberto Bottega come vice presidente esecutivo, Antonio Giraudo come amministratore delegato e Luciano Moggi, il più noto e chiacchierato esperto di calciomercato come direttore sportivo. Le idee della dirigenza sono chiare: “bisogna riappropriarsi di quel ruolo che la società ha perso negli ultimi anni e che il Milan è riuscito ad occupare”, il modo per conseguirle saranno invece, come vedremo, poco limpide.
Ne nasce quindi un libro in cui gli autori ripercorrono in maniera dettagliata e precisa i campionati della Juventus a partire dal settembre 1994, quando la Juve dopo 9 anni torna a festeggiare la vittoria dello scudetto tricolore; vittoria macchiata dalla sconfitta nella doppia finale di coppa Uefa con il Parma. Si ripercorre, in parallelo, la storia di Luciano Moggi, detto Il Paletta, uno dei primi talent scout cioè scopritore di potenziali campioni (è lui che segnala alla Juventus un certo Paolo Rossi che giocava nella Cattolica Virus, il libero Gaetano Scirea, l’ala Franco Causio…), che inizia la sua carriera da consulente di calciomercato nella Roma. Uomo chiacchierato per via dei suoi comportamenti sempre al di sopra delle righe, basti ricordare, nel 1987 durante la permanenza napoletana, la “trovata” di far accompagnare nell’albergo arbitri e guardalinee delle partite del Napoli da avvenenti accompagnatici, il tutto a spese “della società”. Non da meno la storia di Antonio Girando torinese, laureato in economia, “un buongustaio, amante del vino di qualità”, abile tessitore di trame per il progetto juventino, noto per la sua “finanza creativa” cioè “vendere terreni o impianti per poi riprenderseli in leasing o ottenere anticipi sui diritti tv…..”. Il libro continua nella sua analisi minuziosa passando attraverso la vittoria in Champions League del maggio 1996, la Supercoppa Europea, e dalla Coppa Intercontinentale fino ad arrivare al clou del campionato con delitto del 97-98, che scorre attraverso numerose sviste arbitrali (la più clamorosa: il pallone che oltrepassa più di mezzo metro la linea di porta juventina e l’arbitro Cesari non convalida gol all’Udinese; partita poi finita 4-1 per la Juve) fino al famoso Juventus-Inter del 26 aprile del 1998 e al famoso rigore non concesso all’Inter per fallo di Iuliano su Ronaldo. Rigore che fa gridare allo scandalo le più famose testate giornalistiche straniere fino a far esclamare ai giornalisti brasiliani “pure su Marte sarebbe stato fallo”.
È l’anno in cui Zdenek Zeman con le sue dichiarazioni fa scoppiare lo scandalo “farmacia” Juventus (nello spogliatoio juventino vengono sequestrati 223 tipi di medicinali diversi): “Le esplosioni muscolari di alcuni calciatori? È uno sbalordimento che comincia con Gianluca Vialli e arriva fino ad Alessandro Del Piero. Io che ho praticato diversi sport pensavo che certi risultati si potessero ottenere soltanto con il culturismo, dopo anni e anni di lavoro specifico. Sono convinto che il calcio sia tutto un altro tipo di attività……..”. Vengono chiamati a testimoniare numerosi calciatori e la vicenda si concluderà nel 2005 con l’assoluzione di Girando e del dottor Agricola perché il “fatto non costituisce reato” anche se il comportamento dello staff juventivo viene giudicato “una pratica censurabile”.
Gli scrittori continuano con il loro scrivere lucido e preciso gli anni successivi con l’analisi di tutte le partite sospette fino al 2004 anno di Calciopoli in cui il grande Orecchio incomincia ad ascoltare e vengono fuori grazie alle intercettazioni i modi con cui Moggi operava e si muoveva nell’ambiente sportivo; contatti con gli arbitri per definire le griglie arbitrali, con i conduttori televisivi di trasmissioni sportive (vedi processo di Biscardi) fino all’ ormai famoso episodio dello spogliatoio di Reggio; scena, questa, che racconta anche lo stesso Moggi, a colloquio con una donna. Moggi: “... ho chiuso l’arbitro nello spogliatoio e mi sono portato le... le chiavi in aeroporto... Ora lì apriranno! Butteranno giù la porta!!”.
Parlando con Girando: “…e poi (Paparesta) ha avuto anche il coraggio di chiamarmi… gli ho detto che ero al telefono… Io a Paparesta gli faccio togliere la patente… Domani sera vado al Processo (di Biscardi) e gli faccio un culo cosi…”.
Un libro da leggere tutto d’un fiato che cerca di chiarire molti punti interrogativi di tifosi e non su quello che molti definivano “il campionato più bello del mondo” ma che ora - tra scandali, processi, intercettazioni - sembra il campionato più discusso del mondo.
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