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Andrea Carlo Cappi
Credo che molti scrittori pubblichino libri perché quello che sentono e pensano sia condiviso e possibilmente amato dal pubblico. Carenza affettiva? Probabile. Di sicuro, se il pubblico non amasse quello che scrivo, nessuno mi pubblicherebbe più e non avrebbe più senso scrivere
LeggiItalia
Racconto di Carlo Lucarelli (liberissimamente tratto dalla testimonianza di Italia Settembrini)
LeggiLia Volpatti
Lo scrivere è un atto di donazione, perché ogni volta dai una parte di te. E ogni volta aspetti il consenso degli altri. Ogni volta ti metti in discussione. Ogni volta è una sfida. Ma so comunque che non potrei fare altro, che non saprei fare altro e questo è il prezzo
Leggi[7] Angelo Marenzana
Scrivere innanzitutto per se stessi, senza scimmiottare altri, e allo stesso tempo con l’umiltà di saper modificare là dove l’essere troppo se stessi rischia di diventare qualcosa di narcisistico
LeggiPaolo Grugni
In teoria si può vivere di scrittura. Ma necessitano molti appoggi, la qualità del libro ha poco a che fare. Io ancora non ci vivo, ma ce la farò
LeggiElvis è vivo!
4 su 5
di Massimo Polidoro
Edizioni Piemme, 2006
Alda Teodorani
Adoro scrivere, è una parte fondamentale di me. Non ho mai una scaletta da seguire, è un flusso di pensiero e io lo inseguo
LeggiClaudia Salvatori
Mi sono ritrovata a dire cose molto personali a un pubblico di sconosciuti, con l'audacia degli attori molto timidi. E' uno dei pochi privilegi della fatica di scrivere: poter socializzare i propri mali. La vedo come un'infezione che si contrae e necessariamente si trasmette. Uso anche le interviste per liberarmi: anche QUESTA intervista
LeggiLa scrittura, il nero e il nulla
Agota Kristof e la morte della scrittura e delle parole: Ieri
LeggiParisMatch. Quando SAS rivela Segreti di Stato
Ovvero, sono i servizi segreti a scrivere i romanzi di spionaggio?
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