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Perché scrivo Segretissimo
In un Segretissimo d’annata non si poteva barare con il lettore. La storia doveva avanzare a ritmo forsennato, indizi e false piste s’intrecciavano con agguati, seduzioni, mortali confronti
LeggiMiss Moneypenny, classe e levità
In fin dei conti James Bond sinonimo di eleganza, raffinatezza, ironia e mascolinità, ben si “sposa” all’unica donna, che lo ha sempre amato e sognato platonicamente con vero romanticismo. L’unica donna con la quale Bond, sapeva lasciarsi andare con dolci parole e atteggiamenti, senza il pensiero di esser tradito
LeggiPierre Lemaitre
Come autore e come lettore, mi piace ritrovare dei personaggi nei romanzi, perchè quando si ama la letteratura, questi personaggi diventano vivi come se fosse delle persone reali
LeggiMargin Call
Al Festival del cinema di Berlino il film è stato accolto dal consenso generale perché riesce nell’ardua impresa di esemplificare e far capire allo spettatore tutti i vari passaggi economici alla base della crisi con semplicità, ma allo stesso tempo con grande accuratezza e oggettività
LeggiAlberto Eva
L’espressione “letteratura di genere” mi provoca una eruzione cutanea. Sinceramente, il concetto ha fatto il suo tempo. Solo chi non lo ha capito, continua imperterrito a produrre la ricordata ribongia. Oggi, gli autori più avvertiti scrivono di giallo per parlar d’altro; ovvero, stendono romanzi che non necessitano di appendici classificatorie, anche se hanno il morto incorporato. Ritengo non piccolo merito del giallo italiano quello di aver fermato su carta, nel suo divenire, la storia del nostro Paese: questa la sua funzione (spesso di supplenza, rispetto all’anemica letteratura tout court),
Leggi“Lo Sbaglio” di Flavia Piccinni
“Lo sbaglio” di Flavia Piccinni (Rizzoli), comincia con una partita di scacchi. O meglio, con la parte conclusiva di una match. Caterina non ha dubbi sull’epilogo, lei conosce i meccanismi delle trappole, studia le mosse del campione Morphy perché ne apprezza la capacità di muovere i pezzi e orchestrare combinazioni mortali, il coraggio di sacrificare e di lottare anche in condizioni disperate. Lo stesso coraggio che non le appartiene nella vita quotidiana, perché è assuefatta a una famiglia che converge nella figura materna di Giuseppina, Tina, maniaca dell’ordine e devota a una reliquia di san Genesio, brandello di pelle contenuto in una piccola piramide, pagata quindici milioni nel ’92. Caterina ha sul groppone un fidanzamento benedetto dai genitori, non mangia perché le piacciono le ossa che spuntano dal petto - e la nonna che ha vissuto la guerra non la capisce – e per scelta della madre ha intrapreso gli studi da farmacista. Gli scacchi tornano come ossessione ma soprattutto come metro d’azione e strumento di reazione, intersecati a una storia che si staglia su una città, Lucca, capace di appassire nell’arco di una notte.
L’autrice, Flavia Piccinni, è nata a Taranto nel 1986 e oggi vive a Roma. Suoi racconti sono apparsi su “Nuovi Argomenti”, Nazione Indiana e in numerose antologie, fra cui Voi siete qui (minimum fax). Ha curato l’antologia sulla morte Nulla per sempre (Giulio Perrone Editore) e quella di autori emergenti Under 18 (Coniglio Editore). Nel 2005 ha vinto il Premio Campiello Giovani e il concorso Subway. Nel 2007 ha pubblicato il romanzo “Adesso Tienimi” per Fazi e “Lo sbaglio” (Rizzoli) è il suo secondo romanzo.
Sandro Ferri e I ferri dell'editore
Ventiquattro capitoletti che raccontano il mondo strano e fascinoso dell'editoria, di una particolare editoria di qualità, quella della casa editrice e/o. Ma non solo: "I ferri dell'editore" è un libro snello che si estende dal particolare al generale e riporta i diversi livelli che stratificano - e per assurdo compattano - il mondo dei libri: autori, editor, pregiudizi, frustrazioni, libertà, piaceri, sfumature, insuccessi e gioie. Vengon chiarite alcune confusioni e vengono sbaragliati luoghi comuni, svelate perplessità.
Consiglio la lettura a tutti i lettori, agli scrittori, agli addetti ai lavori, e non solo. A tutti coloro che hanno deciso di andare controcorrente perché, come ha scritto Sando Ferri di cui ora segue l'intervista, andare controcorrente è stato doveroso nei confronti dei "nostri libri, dell'idea di letteratura e di lettura che ci ha aiutato a vivere in questi tempi bui".
John Underwood alias Gene Ayres
Intervista con il giornalista e sceneggiatore che firma il più controverso thriller sul mistero secolare che circonda Shakespeare: chi era costui? E perché nessun editore di lingua inglese vuole pubblicare il romanzo di Underwood?
LeggiMilano a mano armata di Romano De Marco
Matteo Serra è uno sbirro corrotto. Viene colto in flagrante dai carabinieri durante uno scambio di droga, ma i suoi superiori non possono permettersi di sbatterlo fuori dalla polizia. Perché Serra sa troppe cose. Nei suoi dossier segreti, ha raccolto informazioni su molti nomi che contano, quelli di politici, banchieri, alti prelati. Ma Roma, per lui, ormai è terra bruciata e deve essere trasferito altrove. La sua destinazione sarà Milano, aggregato al nucleo operativo crimini violenti del commissario Andrea Gherardi. Intanto, una frangia deviata dei servizi segreti, cospira per impadronirsi dei suoi dossier e per eliminare tutti coloro che ne conoscono l’esistenza.
Mentre Milano è messa sotto assedio dalla Ndrangheta, che ha stretto un patto di ferro con i colombiani per impadronirsi dell’intero traffico di cocaina nel capoluogo lombardo, l’arrivo di Serra provocherà una escalation di eventi che coinvolgeranno tutti i membri della squadra, dando il via a una reazione a catena di corruzione e violenza dalla quale nessuno resterà immune.
Warrior
2 su 5
Warrior, USA, 2011, Drammatico
di Gavin O’Connor con Joel Edgerton (Brendan Conlon), Tom Hardy (Tommy Conlon), Nick Nolte (Paddy Conlon), Jennifer Morrison (Tess Conlon), Frank Grillo (Frank Campana)