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Il paese di Valerio Varesi
Il nome di Varesi è legato –soprattutto, ma non solo– a quello del personaggio da lui inventato, il commissario Soneri. Valerio Varesi è nato a Torino ma ci tiene a ricordare le sue origini parmensi. Perchè Parma è l’epicentro dei suoi romanzi, è la città ora misteriosa ora beffarda in cui il commissario Soneri risolve casi in apparenza indistricabili. Il commissario Soneri è approdato su Rai Due nella serie di sceneggiati Nebbie e Delitti, nel novembre 2005, con il volto di Luca Barbareschi. Oggi Varesi, oltre che scrittore affermato, continua il suo lavoro di giornalista alla redazione bolognese di La Repubblica.
Per VerdeNero ha scritto Il paese di Saimir, un noir che è anche un libro-denuncia: Varesi parte dalla finzione letteraria per approdare alla cruda realtà quotidiana e smaschera come una certa imprenditoria sfrutti, a proprio tornaconto e senza scrupoli, l’immigrazione clandestina. Proprio su quest’ultimo lavoro verte la prima parte dell’intervista, mentre le ultimissime domande sono dedicate ad argomenti più “frivoli”
Nero
Non voleva dargli la soddisfazione di gridare, di mostrare sul suo volto i segni della sofferenza, né tanto meno quelli della resa
LeggiNatale, la festa di tutti
Racconto di Mauro Cortelloni
Ma ecco un volto amico. Il volto più amico che si possa immaginare in questa giornata speciale, si occupa di lei
LeggiIl mio volto è uno specchio
3 su 5
di Enrico Luceri
Mondadori, 2008
Terza parte - Post Regime
Se è vero che il giallo rappresenta un modo per documentare l’esistente anche quei trent’anni che cambiarono il volto dell’Europa meritano di essere conservati nel ricordo, attraverso le loro tracce, e le loro testimonianze
LeggiCorpi senza volto
3 su 5
di Tess Gerritsen
Longanesi, 2006
Salvino Cappalonga. Una triplice personalità
Chi ha letto Volto di Pietra sa che dietro lo pseudonimo di Sal Cappalonga si nascondono tre autori che hanno scritto il libro a tre mani, riuscendo in un’impresa non certo molto facile.
A noi però è stata data una grande possibilità, cioè quella di poter chiacchierare con il vero Salvino Cappalunga, protagonista della vicenda narrata nel libro.