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È tutto a posto, intervista a Deborah Gambetta
È da poco uscito per Edizioni Ambiente, nella Collana Verdenero, “È tutto a posto”, della scrittrice torinese Deborah Gambetta.
La copertina è esplicita: un cane rintanato in un angolo, i suoi occhi e le sue orecchie basse anticipano il tema di fondo su cui si dipanerà un toccante romanzo di 220 pagine: «Ogni giorno che lavoravo, tenevo in braccia beagles rannicchiati e sentivo il loro naso umido sul mio collo. Li vedevo lottare per cercar di fare uscire le zampe fuori dalla gabbia di acciaio di 90 per 90 centimetri nella quale erano chiusi a chiave. Ho visto i miei colleghi picchiarli, urlargli contro, farli oscillare per aria...»
Virgil Tibbs: cinque giade preziose
4 su 5
di John Ball
Five Pieces of Jade, 1972, Mondadori, 2011
“La febbre”, intervista a Francesca Genti
Futuro non precisato e sfondo apocalittico per La febbre, (Castelvecchi, 2011), scritto dalla torinese –ma milanese d’adozione – Francesca Genti. Una città devastata che potrebbe occultare qualsiasi città, tre protagonisti, ciascuno col proprio carico di vissuto: a partire dalla voce narrante, un body animal artist che si unisce, nel cammino, a due particolarissimi compagni di ventura: il poeta Andrej Babilonia e l’Astrologo. Il cammino dei tre racconta lo straniamento di una società in cui i poliziotti torturano e in cui i luoghi si decompongono. Ottimo primo romanzo per un’autrice che proprio esordiente non è: ha scritto racconti e i suoi precedenti lavori di poesia sono già stati tradotti in inglese, francese, spagnolo, arabo.
LeggiLa passione di Franz
Il calcio è una specie di plastico della vita stessa, una riproduzione ma più radicale. Ha delle regole che tentano implicitamente di misurare l’imponderabile. Può succedere di tutto, ma entro il recinto delle regole. Nella vita tale recinto c’è e non c’è, ma alla fine sappiamo bene che, come recita il titolo di un famoso film di qualche anno fa, “Tutto può succedere”
LeggiBangkok Noir
Un’antologia unica nel suo genere: dodici racconti ambientati nel cuore nero della capitale thailandese
LeggiIntervista a Victor Gischler
Nel noir “Tutto comincia male e poi diventa peggio"
Leggi“L’esordiente”, intervista a Raul Montanari
Tu parti dal tuo dolore e lo fai diventare una storia, cioè crei un’intelaiatura narrativa che non coincide con la tua vita, con le tue giornate, ma dentro la quale metti le emozioni che stanno davvero nella tua vita e nelle tue giornate. In particolare quelle più intense e spesso, bisogna dirlo, quelle più negative: il dolore, la paura, la nostalgia di un passato irrecuperabile, il senso di scacco. In questo senso “fingi”: presti ai tuoi personaggi cose che ti appartengono. Questo mettere pezzi consistenti di te stesso nelle tue pagine provoca un’anormale vicinanza fra produttore e prodotto, scrittore e scrittura, che è la vera maledizione di questo lavoro
Leggi64. Bestseller, la sottile arte del plagio
Questa è la storia di scrittori di successo senza più idee, che si rifugiano in una villa isolata dove scopriranno che la letteratura è solo un plagio della realtà... e viceversa
LeggiScrittori/scrittrici
Piccola indagine a cura di Maria Teresa Valle sui "Tascabili noir" della Frilli Editore
LeggiPioggia nella notte
3 su 5
di Hillary Waugh
The Night It Rained, 1961, Mondadori, 2011