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Berselli ha fatto la cosa giusta
Alessandro Berselli, bolognese, classe 1965, ha iniziato la sua attività come umorista nel 1991, con apparizioni al Maurizio Costanzo Show e varie collaborazioni, tra cui per le riviste Comix, L'Apodittico, e il sito Giuda. Successivamente è cominciata la sua attività letteraria: ha pubblicato diversi racconti su antologie, oltre a quattro romanzi: Storie d'amore di morte e di follia (ARPANet, 2005), Io non sono come voi (Pendragon, 2007), Cattivo (Perdisa Pop, 2009) e Non fare la cosa giusta (Perdisa Pop, 2010).
LeggiPentamerone barbaricino
Un paesino della Barbagia è il sottofondo per la messa in atto di una rapina, ma, come spesso succede nella vita, l’imprevisto e l’imbroglio sconquassano i piani. Un fuoco incrociato, un fiume di sangue, e dentro la banca si ritrovano in quattro: i rapinatori Tinteri e Cadena, un imbelle impiegato e una distinta dottoressa. Passano le ore e, mentre il mondo esterno si dimostra sempre più indifferente al fatto, nei cinque giorni di “assedio” i protagonisti si confessano: i “banditi” narrano di pastorizia, faide e sangue, la donna di mistero e satanismi.
LeggiLa battuta perfetta: intervista a Carlo D’Amicis
La battuta perfetta (Minimum fax, 2010, pp. 364, euro 15) affronta il portato rivoluzionario e devastante della televisione sugli ultimi cinquant’anni del Novecento. Una metamorfosi che il paese ha subìto – e accettato – col beneplacito di un perbenismo ipocrita, esaltandola attraverso la metafora del piacere inteso come verbo. Un’ansia di piacere che, al di là degli aneliti tragici e fatui dei protagonisti, rivela tutto il dramma e la vuotezza di un paese che ha fatto del piccolo schermo, e del business che gli ruota attorno, il vero grande perno educativo della società. Ne abbiamo parlato con l’autore, Carlo D’Amicis, nato nel 1964. Collabora col programma Fahrenheit della terza rete radiofonica della Rai. Ha pubblicato i romanzi Piccolo Venerdì (Transeuropa, 1996), Il ferroviere e il golden gol (Transeuropa, 1998), Ho visto un re (Limina, 1999), Amor Tavor (Pequod, 2003), Escluso il cane (Minimum Fax, 2006; Gallimard 2009), La guerra dei cafoni (Minimum Fax, 2008) e il racconto lungo Maledetto nei secoli dei secoli l’amore (Manni, 2008) e La battuta perfetta (Minimum fax, 2010).
LeggiScrivere da professionisti di Stefano Di Marino
Vengono regalati al lettore suggerimenti, nozioni, trucchi del mestiere, ricordi, frammenti di romanzi che hanno fatto storia, in una sorta di scuola/laboratorio di scrittura creativa basata su una triangolazione che prevede una sinergia calibrata tra maestro – allievo – scrittura
LeggiQuello che brucia non ritorna di Matteo di Giulio
"Il periodo che stavo vivendo non era per niente felice, quel contrasto di emozioni forti ha fatto scaturire un romanzo cupo permeato di rabbia e dolore. Quel romanzo rappresenta perfettamente un momento nero della mia vita, credo si riesca a sentire"
LeggiIntervista a Gordiano Lupi
Gordiano Lupi è direttore editoriale de Il Foglio ma è soprattutto uno scrittore che cerca di raccontare la cultura cubana e il cinema italiano degli anni Settanta e Ottanta, che ha scritto diversi romanzi e racconti horror - noir ambientati a Cuba e nella provincia toscana, che ha tradotto alcuni scrittori cubani (Alejandro Torreguitart Ruiz, Heberto Padilla, Felix Luis Viera, William Navarrete…), che ha fatto conoscere in Italia la blogger Yoani Sánchez, ha tradotto per Rizzoli il suo Cuba libre e adesso la traduce per la Stampa (www.lastampa.it/generaciony)
Leggi"Il figlio perduto" di Diego Zandel
L’essere nato e poi vissuto in un campo profughi, pertanto in una zona segnata da un limite preciso, che a Servigliano era addirittura un muro, e il fatto che chi stava all’interno di quel limite apparteneva a una comunità separata, diversa da tutti coloro che vivevano fuori, mi ha dato il senso della frontiera
LeggiBUK 2010
Ecco alcuni incontri che abbiamo fatto sabato 13 marzo al BUK di Modena, la fiera della piccola e media editoria...
LeggiIntervista a Barbara Garlaschelli sul suo libro “Non ti voglio vicino” (Frassinelli, 2010)
Ambientato a Milano, “Non ti voglio vicino” è fatto da diverse storie convergenti calate nella Storia, quella grande, quella terribile che parte dallo scoppio della seconda guerra mondiale e vede più generazioni alle prese con la morte, con la povertà e la fame, poi coi grandi cambiamenti del dopoguerra e con sbarchi lunari, fino ad arrivare ai giorni nostri. In primo piano problemi interelazionali, comunicazioni distorte e i grandi motori della vita, l’amore, la rabbia, la smania individuale di sopravvivenza, e i loro echi a volte malsani a volte sublimi. Abbiamo intervistato l’autrice sul backstage, sui significati e sulle prime risposte del pubbico
Leggi2010. 1° classificato
Alla soglia dei cinquant'anni, Danny Fumoso non aveva perso un briciolo dell'agilità fisica e mentale che avevano fatto di lui il miglior killer su commissione
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