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Romano Montroni
È diventato libraio per caso, Romano Montroni, quando, dopo la licenza media si è trovato di fronte a due possibilità: lavorare come operaio in fabbrica o come fattorino presso la Libreria Rizzoli di Bologna. Optò per la seconda e fu una scelta felice, come si evince dalla lettura di “Libraio per caso” (Marsilio, 2009). Perché con gli anni ha fatto strada, ha cambiato mansioni, è stato non solo spettatore ma anche grande protagonista dell’evoluzione di un mestiere – quello del libraio – non più avulso dalla città e concentrato su se stesso, ma divenuto, grazie anche alle novità introdotte da Giangiacomo Feltrinelli e all’entusiasmo di persone come Montroni, dinamico, interattivo col territorio, attento alle nuove esigenze dei lettori, accogliente con chi del libro fa prima arte poi mercato, in primis scrittori ed editori.
Lo abbiamo intervistato sul suo ultimo libro (il primo è stato "Vendere l'anima. Il mestiere del libraio", edito da Laterza) ma non solo...
82. Castle 3: la noia totale
Il falso autore più celebre degli ultimi anni tradisce completamente se stesso con una terza stagione totalmente priva di giochi letterari e di interesse in generale
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Minuta e agile, pelle liscia e dorata, occhi grandi e luminosi, capelli lunghi fino alla vita, deve indagare su una serie di omicidi avvenuti nel villsaggio di Niniltna in Alaska...
LeggiDaniele Bonfanti e le Edizioni XII
Uno sguardo sulla vita di una coraggiosa ma soprattutto talentuosa casa editrice, attenta ad ogni aspetto dei propri prodotti e che - con la fine dell’estate - ha in serbo per i suoi lettori più di una sorpresa
LeggiGli autori dei primi 100 bassotti
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di AA. VV.
Polillo, 2011
Soldati e spie. Intervista a Gino Nebiolo
1945: la guerra finisce. I vincitori si spartiscono il mondo. De Gaulle vuole un pezzo d’Italia
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«L’opinione pubblica era convinta che i bambini fossero stati uccisi in uno stesso nascondiglio, cosa che in effetti appariva molto probabile. Tuttavia l’autopsia aveva rivelato qualcosa che era stato volutamente tenuto segreto...».
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007 era tutto quello che il suo inventore Ian Lancaster Fleming voleva essere nella sua vita
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Nomi senza volto da Ludlum a Lustbader
LeggiPiazza dell’Unità, intervista a Maurizio Matrone
“Piazza dell’Unità” (Marco y Marcos, 2011) è una storia corale composta da diversi elementi − crimine, droga, sopravvivenza allo stato brado, sesso ma anche amore − e diversi personaggi, tutti riuscitissimi − italiani e cinesi, poliziotti e delinquenti, zingari, russe, marocchini col fascino di Scamarcio. L’autore li mescola sapientemente con imprevisti, traversie, un malloppone da migliaia di euro, e la lettura scorre veloce su una prosa sciolta. Ma grande protagonista del libro è la piazza citata nel titolo, epicentro di una zona più ampia che comprende parte del quartiere in questione, la Bolognina, miscela etnica multiforme apparentemente tranquilla ma dai sottofondi esplosivi. Proprio da lì ho deciso di partire con la prima domanda a Maurizio Matrone, ex- poliziotto ed ora autore a tutto tondo: romanziere, sceneggiatore, saggista.
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