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Io & James Bond [03] Goldfinger
Bond, dipendente statale, audace, bon vivant ma anche indipendente, immune al fascino della ricchezza ma non insensibile a quello muliebre. Questa è l’immagine di Bond rimasta nella nostra mente
LeggiL'estate di Andrea Carlo Cappi
«Quando sai che non ti lasceranno vincere, l’unica scelta è continuare a combattere». Incontro con uno degli scrittori più prolifici e ubiqui del panorama italiano
LeggiOmaggio a Laura Grimaldi
Una donna, una professionista, che ha lasciato un’impronta importante, un contributo decisivo, allo sviluppo italiano della narrativa d‘evasione o popolare, sia essa Gialla, Bianca, Rosa o Nera: eccone il ricordo nelle parole di scrittori e collaboratori
LeggiIlario Citton: un uomo nel mirino
Intervista al Presidente di "Le Cercle il club italiano di James Bond"
LeggiLa spy story secondo Riccardo Perissich
«Chi si dedica a questo genere è in un certo senso orfano della guerra fredda. Allora tutto era più chiaro e gli attori erano gli stati. Nelle “Regole del gioco” ho tenuto un piede nella guerra fredda e la storia è abbastanza classica, anche se credo che rispecchi la realtà attuale»
LeggiSpy Story a fumetti. James Bond 007
Storia della vita a fumetti del più celebre agente segreto del mondo
LeggiSpy Story a fumetti. Lo Sconosciuto
Omaggio al lavoro di un maestro del fumetto italiano: Roberto Raviola, in arte Magnus, e il suo Unknow, meglio noto come lo Sconosciuto
LeggiStefano Di Marino al Cartoomics
L’imminente fiera milanese vedrà anche la presenza di due elementi di solito slegati dal fumetto italiano: action e spy story. Quale miglior ambasciatore del Professionista?
Leggi101. Voynich: intervista a Claudio Foti
Intervista all’autore italiano di un corposo saggio sul Manoscritto di Voynich, in attesa dei festeggiamenti del centenario
LeggiQuando l'automobile uccise la cavalleria
C'erano una volta quattro cavalieri.
Il primo cavaliere si chiamava Federigo Caprilli. Sarebbe diventato il più grande campione di equitazione di tutti i tempi.
Il secondo cavaliere si chiamava Emanuele di Bricherasio. Avrebbe fondato la più importante casa automobilistica italiana.
Il terzo cavaliere si chiamava Giovanni Agnelli. Sarebbe diventato il più grande industriale e finanziere italiano.
Il quarto cavaliere era mio nonno.
Due di loro moriranno all’improvviso, in circostanze poco chiare, aprendo un mistero che non è mai stato del tutto svelato.