Come vi sentireste se il giorno del compleanno di vostra figlia veniste rapiti senza un perchè? Se veniste a scoprire che vostra moglie è stata uccisa e che voi siete il maggiore indiziato? Cosa provereste voi se foste costretti a trascorrere quindici anni in una prigione per poi essere rilasciati senza alcuna spiegazione?

Questo è ciò che accade a Oh Dae-soo nel thriller Old Boy. L’uomo vive quindici anni in un incubo per poi essere catapultato in una caccia all’uomo: una volta rilasciato Oh Dae-soo ha cinque giorni per scoprire chi l’ha rapito e perché, altrimenti il prezzo del suo fallimento sarà la vita di una giovane donna.

 

In poche parole questa è la trama  di un thriller lucido, livido, tratto dall’omonimo manga creato nel 1997 da Tsuchiya Garon e Minegishi Nobuaki. La pellicola segue quasi fedelmente gli otto albi che narrano questa storia; il regista Chan-wook Park si è concesso solo il lusso di trovare  una conclusione truculenta, inquietante ma non gratuita e una laboriosa spiegazione per il rapimento che invece non era prevista nel fumetto.

Il film arriva in Italia, a due anni dall’uscita, con all’attivo il Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes 2004 (accompagnato dalla lusinghiera ammissione del presidente di giuria Quentin Tarantino che ha confessato: “È il film che avrei voluto fare”) e dopo aver sbancato i botteghini del suo paese, battendo tra gli altri i blockbuster americani Kill Bill e Matrix.