Da ieri in edicola il decimo numero della collana “Bruce Lee e il grande cinema delle arti marziali”, firmata Gazzetta dello Sport e Stefano Di Marino: la vera perla della collezione che presenta agli spettatori italiani il meglio della produzione marziale mondiale. Stiamo parlando di “Ong-bak 2 - La nascita del Dragone” (องค์บาก 2, 2008).

Malgrado il titolo, il film non ha nulla a che vedere con “Ong-bak - Nato per combattere”, che nel 2003 lanciò il giovane attore protagonista Phanom Yeerum in tutto il modo, facendogli scegliere un nome d’arte più comprensibile: Tony Jaa. All’epoca fu il lungimirante Luc Besson a portare in Europa il film, incantando le platee ed aprendo il mercato ad una fenomenale richiesta di thai movies, film marziali di altissima qualità, sia tecnica che atletica. Dopo essere stato acclamato dal pubblico di tutto il mondo, Tony Jaa vuole passare anche dietro la macchina da presa e girare un film memorabile.

Il film è ambientato nella Thailandia del 1974 del calendario buddhista, equivalente al 1421 del nostro calendario gregoriano. Il giovane figlio di Lord Sihadecho viene rapito e i suoi genitori uccisi: verrà salvato da una morte atroce grazie all’intervento di Chernang, capo dei banditi della Scogliera dell’Ala di Garuda. Il giovane entrerà nella banda e da quel momento imparerà le più svariate tecniche di combattimento e da adulto potrà andare in cerca degli assassini della sua famiglia.

 

Il film, come si diceva all’inizio, deve il suo titolo a mere questioni distributrici, per rendere cioè chiaro di che genere di film si tratti. Originariamente nasce da un cortometraggio ideato dieci anni prima da Jaa stesso con Panna Rittikrai, coreografo e regista che l’ha scoperto, allenato e lanciato: “Ai Noom Saraphad Phid” (L’uomo dai mille veleni) è il titolo originale, ed in esso venivano mostrati combattimenti usando le più svariate arti marziali provenienti da ogni parte del mondo.

Malgrado Jaa abbia voluto usare questo film per imporsi anche come regista e coreografo dei combattimenti, il più esperto Rittikrai l’ha comunque affiancato in entrambe le mansioni. Ricordiamo che quest’ultimo è un più che prolifico attore-regista thailandese che ha fondato una scuola di stuntman fucina di star cinematografiche: negli anni Novanta usò un giovane Tony Jaa in molti suoi film a basso costo, finché l’attore non venne consacrato nel 2003.

La lavorazione di “Ong-bak 2” non è stata esente da gravi problemi. Sforato di molto il budget previsto, di fronte alle pressioni della produzione Tony Jaa abbandona il set, bloccando le riprese per mesi. «Ero stressato - raccontò all’epoca l’attore - e me ne andai in un monastero nella foresta a pregare e a contemplare immagini sacre.» A risolvere la situazione non furono dei santi, però, bensì gli avvocati della casa produttrice: che l’aumento del compenso dell’attore coincida con il suo ritorno sul set potrebbe essere solo una coincidenza...

Prima delle riprese del film Jaa ha studiato con Orchuma Yuthawong, la più famosa insegnante di recitazione thailandese, e con Pichet Klunchuen, maestro di fama internazionale di khon, la danza tradizionale thailandese. «Io credo di poter integrare l’essenza del khon nella pratica del combattimento a mani nude - ha detto Jaa in un’intervista al Bangkok Post del 2008. - Credo che ogni tecnica che eseguo debba significare qualcosa: ogni pugno deve avere una storia.»

Tony Jaa
Tony Jaa
Nel film Jaa vuole omaggiare anche altre discipline marziali, come il kung fu e il karate. «Non le ho prese in prestito solo per girare il film - sottolinea l’attore - le ho studiate insieme a degli esperti perché volevo comprenderle a fondo. E le rispetto così come rispetto il muay thai.»

La fusione di queste discipline fa nascere sullo schermo il natayuth, lo stile misto creato per l’occasione. Composto da nata, danza, e yuth, combattimento: una lotta che coniuga l’elenganza della danza al vigore delle arti marziali.

Il successo di “Ong-bak 2” è immediato ed inarrestabile, tanto che non si attende un solo istante a metterne in cantiere un sequel, stavolta attinente: “Ong-bak 3” è uscito lo scorso 5 maggio nelle sale thailandesi ed è facile immaginare che sarà un successo travolgente.