Mai fidarsi degli sconosciuti…

La morte aveva i suoi occhi di Lucille Fletcher, Mondadori 2010.

David Marks è un insegnante di scuola media e tassista a tempo perso che si porta dietro il trauma della moglie morta ammazzata da un automobilista fuggito, il cui volto gli è rimasto impresso e al quale dà la caccia inutilmente da sei mesi. Vive con la suocera, che considera come una mamma, e due figli.

Per ben tre volte una ragazza misteriosa gli chiede un passaggio a una villa deserta e aggiunge di non farne parola con nessuno. Fatto strano ma il compenso è buono. D'altra parte la ragazza ha anche un certo fascino…

Conclusione: David si trova alle prese con un morto ammazzato (il proprietario della villa) e dunque invischiato nel delitto. Urge trovare il colpevole prima che la polizia becchi lui. Aiutato da Kahn (sa giocare a scacchi e vince sempre con lui), amico della suocera, vengono fuori alcuni sospettati. Ma Khan si ammala e David rimane solo, ricercato dalla polizia, mentre a sua volta ricerca disperatamente la ragazza aiutato anche dagli amici tassisti.

E' la classica corsa contro il tempo. E dunque fughe a precipizio, verità che appaiono e svaniscono fino al drammatico epilogo finale.

Buona la resa psicologica, il mistero e al tempo stesso il fascino della donna, i turbamenti, l'inquietudine e l'attrazione che esercita su David.

Per la sezione I segreti del giallo l'ottimo articolo di Sabina Marchesi La memoria e il ricordo nel giallo, un excursus sull'argomento espresso nel titolo attraverso una serie di personaggi (Poirot, Miss Marple, Nero Wolfe ecc…) e film famosi.