Il capitano Abner Marsh è sull’orlo della disperazione, il gelido inverno del 1857 ha distrutto la sua flotta di battelli, e lui è ormai rovinato, ma non tutto è perduto. Un misterioso forestiero Joshua York si offre di finanziarlo per realizzare il più lussuoso e magnifico battello che abbia mai solcato il Mississippi. York è disposto a sborsare una cifra enorme e a lasciare il comando a Marsh, ma ha una sola condizione… che i suoi ordini per quanto bizzarri e incomprensibili possano essere dovranno essere sempre eseguiti. Marsh accetta avvinto e catturato dall’incredibile personalità di York, un forestiero dall’età apparentemente indefinibile, biondissimo, pallido, elegante, con occhi grigi che sembrano in grado di piegare la volontà di chiunque gli si opponga. E così il viaggio del battello inizia lungo il tortuoso corso del fiume, ma da subito le cose si dimostrano complesse e inquietanti e il capitano Marsh sarà combattuto fra il suo istinto e la fedeltà all’uomo che lo ha salvato dalla rovina.
Questo è solo la fase iniziale de Il battello del delirio di George R. R. Martin da poco pubblicato in Italia dalla Gargoyle Books. Il libro uscito negli Stati Uniti nel 1982 rappresenta una grande prova letteraria e di manipolazione dei più raffinati stilemi dell’orrore classico, da parte di quello che di lì a un decennio sarebbe divenuto il più letto e conosciuto autore di fantasy del mondo, grazie alla monumentale saga delle Cronache del ghiaccio e del fuoco.
Anche in questo che resta a tutt’oggi il suo unico romanzo horror Martin dimostra le sue eccezionali capacità narrative. La storia è complessa e ben sviluppata, avvincente e ritmata nello svolgersi, i tempi narrativi sono perfetti. La scrittura è coinvolgente e magnifica: trascina, coinvolge, avvince, cattura totalmente il lettore. Pagina dopo pagina si viene trasportati a viva forza nella Lousiana del XIX secolo, fra lussi e povertà, battelli fluviali e personaggi equivoci, mentre fra un banchetto e l’altro si cerca di scoprire il mistero dell’enigmatico Joshua York. I dialoghi sono sempre freschi e taglienti, i personaggi sono perfettamente delineati e caratterizzati, sono vivi, vitali, pronti a stupire e affascinare, sempre sul filo del mistero e dell’orrore, mentre intorno a loro il grande fiume americano continua a scorrere placido e silenzioso, immoto spettatore di angosce e paure che travolgeranno i protagonisti.
Quello di Martin è un romanzo che colpisce per trama e capacità narrative, una vera e propria per horror regalataci del più grande narratore di fantasy del mondo. Un gioiello che nessun lettore appassionato di fantastico e di grande letteratura deve perdere.
PS. E’ doveroso anche segnalare come introduzione lo splendido e avvincente saggio Il vampiro in America di Giuseppe Lippi, vero e proprio guru del fantastico e della fantascienza italiana. Una lettura fresca e preziosa.
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