É direttore editoriale per la casa editrice Piemme. Ci spiega esattamente cosa implica questo ruolo?

Piemme è una casa editrice particolare, essendo composta da due anime equivalenti come dimensioni, ma molto diverse tra loro, ossia la parte “Adulti” e la parte “Bambini e ragazzi”, nella quale è leader di mercato. Necessariamente anche il ruolo di direttore editoriale è particolare: il mio lavoro è molto più concentrato sugli aspetti organizzativi e di programmazione che sulla scelta dei titoli. Mi occupo poi, insieme a molti altri, del publishing e dei rapporti con gli autori, che dipendono molto dai rapporti personali che si instaurano.

Come deve mantenersi aggiornato un direttore editoriale? Osservando le tendenze estere, leggendo i giornali...

Non ho molta fiducia nel ruolo dei giornali. Sicuramente lo strumento di gran lunga più utile è il web, che consente appunto di approfondire le tendenze internazionali, ma anche attraverso i blog e i social forum di andare “a vedere” cosa pensano davvero i lettori dei libri. É importante poi uno studio sistematico e amplio delle classifiche di vendita.

Molti libri Piemme sono tradotti all’estero. Ci fa qualche esempio?

Per quanto riguarda la parte “Bambini e ragazzi” la vendita dei nostri titoli all’estero è un aspetto che nel corso degli anni è diventato via via sempre più importante, fino ad assumere oggi un ruolo davvero strutturale. Per quanto riguarda i libri per adulti, per Piemme come per tutti gli editori italiani la vendita dei diritti all’estero ha carattere più occasionale: vendiamo bene, in particolare, la narrativa storica, tra cui mi fa piacere segnalare i romanzi di Guido Cervo, autore scoperto da Piemme e oggi venduto in molti paesi europei.

Ha riscontrato qualche differenza tra il mercato italiano e quello estero?

Direi di no, anche se ovviamente ogni paese ha le sue “abitudini di lettura”, che riflettono la specifica temperie culturale.

Piemme ha da poco inaugurato la collana Linea Rossa con “Il vicino di casa” di Linwood Barclay. Anticipazioni?

Abbiamo deciso di ripubblicare in “Linea rossa” il thriller di Dennis Lehane L’isola della paura, da cui il film Shutter Island, e il libro sta avendo grande successo proprio in questi giorni.

Seguiranno poi nel 2010 nuove proposte sia italiane (Claudio Paglieri) che straniere e autori di portafoglio di grande fama come Joe Nesbo e Greg Iles.

Nelle altre collane della Narrativa (Thriller, Storica e Varia), in che percentuale pubblicate autori italiani e autori stranieri?

La percentuale è, all’incirca, del 70% per gli stranieri e del 30% per gli italiani.

Quando un manoscritto la incuriosisce?

Come dicevo prima, purtroppo leggo pochi manoscritti: di solito comunque, una volta verificato che il tipo di libro sia adatto alla nostra produzione, le prime 50 pagine sono quasi sempre rivelatrici se il libro “c’è” o meno.

Tra i libri di cui si è occupato, le chiediamo di nominarci l’ultimo Thriller Storico edito da Piemme.

Sicuramente quello di Alfredo Colitto, autore cui teniamo moltissimo, I discepoli del fuoco.

Un libro con cui avete osato

Essendo una casa editrice molto giovane, osiamo abbastanza spesso.

Forse il caso recente più riuscito è il romanzo femminile dell’autrice statunitense Emily Giffin, Amore e ritorno, che abbiamo pubblicato nel 2009 credendoci molto, nonostante i primi libri non avessero dato grandi risultati. Per fortuna è andata bene.

Quello che ha dato più soddisfazioni in termini di vendita

Non ci possono essere dubbi, Il cacciatore di aquiloni di Khaled Hosseini.

Quello che ha dato più soddisfazioni in termini di critica

Hosseini, anche qui. Ma per fortuna ce ne sono molti altri, sia italiani che stranieri. Troppi per elencarli tutti.

Un autore che avreste voluto pubblicare

Rispondo a titolo personale, e non a nome della casa editrice, che – come è giusto che sia – è fatta di molte teste e di molte opinioni.

Avrei voluto pubblicare Acciaio, di Silvia Avallone.

Progetti?

Tanti, e tutti più o meno riservati. Un progetto in cantiere da un anno era proprio “Linea rossa” che ha visto la luce proprio nel 2010.

Cosa pensa della situazione editoriale italiana?

Mi sembra una situazione abbastanza buona: il mercato è in crescita, anche se lieve, nonostante la crisi, ed è un mercato sanamente concorrenziale: è vero che ci sono i grandi gruppi e i grandi editori, ma è anche vero che nel 2009 i due autori più importanti (Larsson e la Meyer) sono stati pubblicati da due editori relativamente piccoli, a dimostrazione che il buon lavoro paga.

Cosa fa quando non lavora?

Sto con i miei figli.

C’è qualcosa che le piacerebbe fare e per cui non trova tempo?

Un viaggio negli Stati Uniti in macchina da una costa all’altra, per il quale, oltre al tempo, non trovo neanche i soldi.

Tre libri che porterebbe sulla Luna

Su due non ho dubbi: American Tabloid di James Ellroy e Romanzo criminale di De Cataldo. Per il terzo è difficile: forse Harry Potter (però tutti e sette).

Ci saluta con una citazione?

“Chi dice la verità, prima o poi, viene scoperto” (Oscar Wilde)