Vent’anni dopo…
No, non vogliamo parlarvi di Alexandre Dumas. Ma di Stefano Di Marino, alias Stephen Gunn.
Vent’anni dopo, perché sono passati per l’appunto due decenni (e una mole narrativa eccezionale e sfaccettata, tra romanzi e racconti) da quando Di Marino pubblicò per la prima volta un romanzo per la Mondadori, in una collana degli Oscar che si chiamava “Nero italiano”. Il libro in questione era Per il sangue versato, le tinte appunto quelle nere, l’ambientazione prettamente milanese.
Anche Tiro all’italiana, il Segretissimo in edicola in questi giorni di marzo, è ambientato in buona parte in quella Milano che viene definita Gangland nelle avventure della nota serie del Professionista. E decisamente “nero italiano” è lo spirito con cui viene affrontata dall’autore questa nuova avventura del suo più fortunato protagonista: Chance Renard, detto il Professionista.
Le avventure del Professionista sono iniziate nel 1995 e contano ormai 30 romanzi, più varie storie brevi.
Per introdurvi a quest’ultima avventura, invece di proporvi la quarta di copertina, abbiamo raccolto una testimonianza dallo stesso autore. La parola dunque a Stefano di Marino…
“Tiro all’italiana prosegue quel filone delle avventure del Professionista che si collocano più sul versante ‘nero criminale’ che sullo spionaggio puro. Mantiene sempre un profilo internazionale, il legame con la DSE, ma rispetto a Campi di morte intende aprire un percorso narrativo che ha lo scopo di vivacizzare la serie ampliandone gli orizzonti. In particolare, come dice il titolo, è una storia italiana anche se nella seconda parte ha un breve excursus in Transnistria e a Vienna. Il fulcro è Gangland che ritroviamo cronologicamente dopo Campi di morte e il trittico Rififi a Pigalle, Contratto Veneziano e Pietrafredda. È una storia raccontata al presente, in prima persona con un coinvolgimento sempre molto sentito del Professionista. Sono passati quasi due anni da Beirut gangwar e dai drammatici avvenimenti che hanno segnato la squadra del Prof. Ormai Chance si è trasferito a Milano e fa riferimento a Tommaso peri suoi affari. Da quel momento deve riprendere i contatti con la sua vecchia squadra e questo è già un problema. La Bimba, ‘Skate’, ha affrontato una durissima prova del fuoco in Libano quando ha dovuto uccidere il bambino selvaggio Luka, degli armeni. Il Freddo s’è beccato una pallottola nel polmone e non si sa se ha ripreso le vecchie abitudini o ha deciso di mollare. Kim ha un ginocchio spappolato. Eppure di loro Chance ha un disperato bisogno perché un affare che sulle prime si presenta come un ‘tiro’, un colpo criminale, ha in realtà un sottoplot internazionale. L’omicidio di Giovanni Ferrillo, il poliziotto senza pistola pacioso e onesto vicequestore che sembra essere ricalcato sul famoso ‘commissario Cliché’, apre una spirale di violenza nella mala milanese. Di sicuro i metodi da noir malinconico e ‘televisivo’ (è dopotutto una dichiarazione d’intenti letterari) non funzionano. Una gang di spietati killer con il passamontagna rosso sparge il terrore. A capo del gruppo sembra esserci un esecutore che non ha niente del cattivo da prima serata televisiva. L’Uomo Nero è un assassino feroce, italiano, un incubo. Ma dietro di lui muovono i fili due bande rivali che cercano il dominio della città. Da una parte c’è don Mimmo Colapreti che dopo l’ultimo tentativo di mettere le mani su Gangland non esita a stringere rapporti di affari con le bande dei Latin Kings ecuadoriani di Genova servendosi di un complicato piano ordito dal mediatore Yamaguchi. Dall’altro lato ci sono i padroni della città, Sciarra e Battaglia. Nel mezzo una banca clandestina, un’improbabile ma efficiente squadra milanese composta dai consueti elementi più alcune allegre signorine... Insomma è la Gangland che abbiamo già incontrata raccontata con la partecipazione emotiva di Pietrafredda. Ma non solo. Al ritorno dal viaggio in Transnistria, il Professionista e i suoi compagni si trovano ad affrontare una resa dei conti nel porto di Genova. Più che mai l’Italia sta diventando fulcro delle avventure spionistiche di Chance. Non mancano neanche gusti camei di amici e colleghi. Nelle sequenze ambientate a Limone sul Garda si riconosce il burbero Tarciso con il cane Morisco che gli appassionati della IFL (la cosidetta “legione straniera” degli autori italiani di Segretissimo) riconosceranno senz’altro. Completano il volume due racconti del Professionista apparsi su pubblicazioni minori certamente ignote al grande pubblico. La donna nella pioggia è un’avventura piacentina che si svolge nel giro di una notte e La lama fredda sposta l’azione all’Hotel Admiral, sede del James Bond Club, palcoscenico per una notte di un serrato duello tra spie e mercenari slavi.”
Stephen Gunn – Tiro all’italiana. Segretissimo, Mondadori. In edicola, marzo 2010. Euro 4,20.
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