Per la sua rubrica "Shining" la nostra inviata speciale Marilù Oliva - come scrive lei stessa - "ha chiesto al disegnatore Giuseppe Petrilli (petrilliartworx.blogspot.com) delle tavole che illustrassero la sua visione sensuale e potente della donna e ha chiesto ad alcuni scrittori/trici di scegliere un brano: brevi pennellate che dipingessero una loro creatura letteraria, naturalmente al femminile".
Sono arrivate tutte assieme... "donne deliziose, perfide, fascinose, decise o titubanti, giovanissi, mature ma anche ultrasessantenni, snelle, morbide, sick-girl, famme fatale, donne che tramano, scelgono, seducono, maneggiano armi e vivono oggi come nell’antica Roma".
Eccone una parte... Tutti gli interventi li trovate in rubriche/9465
Madre Erika lascia la biblioteca. Scende le scale piene di vento.
Raggiunge la grande sala dei lavacri. Si toglie di dosso la tonaca squarciata dagli artigli.
Rimane nuda, in piedi sul pavimento di pietra gelida, tra grandi
pareti di granito. C’e` ancora bellezza nel suo corpo. Gambe lunghe, ventre piatto, seni tesi. Una violazione, questa. Peccato, forse sacrilegio. Mai, mai, una sposa di Cristo deve scoprirsi. In nessun luogo, a nessun costo. Madre Erika pare farsi beffe del sacrilegio. Cristo non ha incontrato l’inquisitore dei topi. Lei sı`.
Sergio Altieri, Magdeburg2: La Furia, Corbaccio 2006, pp. 46-47.
Marisol vive sola.
Bella e libera, non direbbe di no a una tentazione. Ma vive di corsa.
Secondo un banale sillogismo, ha sposato il suo lavoro. Spesso se ne rammarica, ma vorrebbe di più. Qualche mese prima ha scoperto come unire l'utile al dilettevole, il lavoro di giornalista alla musica e alla danza. Come migliaia di altre ragazze spagnole, segue una delle tendenze più cool degli ultimi tempi: a dormire nel tardo pomeriggio, una volta finito il lavoro, e quindi saltare la cena. A mezzanotte con gli altri a rombare per le strade con le divise di rito. Vestita per uccidere.
Danilo Arona, La stazione del Dio del Suono, in Bad Visions, EPIX 11, Mondadori 2010, pp. 33-34
Marla non parlava mai con nessuno in paese e la gente faceva di tutto per starle alla larga. Dicevano che era una tipa strana, solitaria. Alcuni mormoravano avesse fatto un patto col diavolo ma a me queste dicerie facevano ridere, era tutta invidia pensavo, perché non accettano una donna che fa un mestiere da uomo. (...) L’altro pomeriggio era davanti a me dal ferramenta. Ha elencato tutto ciò che le serviva con voce roca e sensuale ma sbrigativa, poi se n’è andata ma prima si è voltata e mi ha gettato uno sguardo indefinibile da dietro agli occhiali da sole.
Avrei voluto toglierle quei dannati occhiali."
Cristiana Astori, Il regalo di Marla, in Il re dei topi e altre favole oscure, Alacran, 2006,p. 235.
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