Un enigma di secoli fa…
La tomba di Alessandro di Valerio Massimo Manfredi, Mondadori 2010.
Questa volta non si tratta di scoprire il colpevole di un omicidio o il mistero della sparizione di un uomo. Si tratta, invece, di scoprire quello della sparizione di un cadavere. Meglio ancora di un cadavere con annessi e connessi. Ergo della sua tomba. E che cadavere! E che tomba!
Nientepopodimeno che del cadavere di Alessandro Magno e della sua reale tomba. Dispersa, sparita nel nulla. Sulle sue tracce lo scrittore Valerio Massimo Manfredi con gli strumenti tipici del detective storico: i documenti.
Si parte dalla fine di un mito, dalla morte prematura, gli ultimi giorni di agonia, gli eventi infausti premonitori, le congetture. Avvelenato con arsenico o elleboro, sfinito da una malattia come la malaria perniciosa, la febbre tifoidea, una infezione aviaria, o infine da una pancreatine acuta?
Si continua con il viaggio del carro funebre e la sepoltura, prima a Menfi e poi ad Alessandria "alla maniera macedone", come la tomba di suo padre Filippo II scoperta l'8 novembre 1977 dall'archeologo greco Manolis Andronikos.
Illustri visitatori ebbero modo di vederla: da Cesare a Ottaviano, da Caligola a Settimio Severo fino all'ultimo che è Caracalla. Tomba dileguata nel nulla, scomparsa, solo una fonte sembra attestare l'ipotesi di una sua sopravvivenza (Libanio). Ma qual è il luogo dove fu posta? Anche qui diverse congetture tratte dalla lettura di documenti storici: Nabi Daniel, Kom el Dick, in un luogo dove ai tempi dei Tolomei c'era l'acqua del mare, la moschea di Attarine, all'oasi di Siwa o, addirittura, nella basilica di San Marco a Venezia, anzi proprio dentro l'urna che sembra contenere le reliquie dell'evangelista (accidenti!).
La ricerca di una tomba, di un mistero come nel più classico dei gialli. Insieme al detective storico Valerio Massimo Manfredi e a tutti gli altri che, prima di lui, si sono cimentati in questa ardua impresa. Seguiteli.
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