Accompagnato da un alone riservato ai film “da paura” (per il tema trattato…), e di incredulità come sempre accade tutte le volte che un film a low budget fa “boom” al botteghino (15.000 dollari per la realizzazione, 64 milioni di dollari di incassi in meno di un mese…), Paranormal Activity di Oren Peli, non è poi la bufala che potrebbe sembrare.

Per come Peli orchestra il racconto, ci si prende subito a cuore le vicende di una giovane coppia che iniziata la convivenza nella di “lui” casa, si accorge subito che “lei”, non si sa perché non si sa percome, è perseguitata da un’entità malefica. Quest’ultima si manifesta in particolare nelle ore notturne attraverso tutta una serie di fenomeni sotto forma di rumori, luci che si accendono, porte che si aprono, lenzuola che scivolano dal letto al pavimento.

Per quanto le informazioni visive non manchino, visto che il ragazzo ha predisposto una apparato di registrazione nella camera da letto, informazioni che non mancano di essere visionate puntualmente la mattina al risveglio, la vicenda prosegue così come era iniziata, senza punti di riferimento certi, il che determina una strisciante sensazione di pericolo anche se la “paura”, quella che fa saltare sulla sedia, stavolta rimane bene acquattata.

Peccato il finale, “chiuso a doppia mandata” che manda a quel paese quanto di buono si era visto.

Da vedere? Perché no?