Meno avvocato e più uomo. E' così che il lettore ritrova Guido Guerrieri, dopo tre anni, nel nuovo romanzo che lo vede protagonista, Le perfezioni provvisorie.
Non che l'avvocato non sia in forma, anzi, nonostante l'abbandono di Margherita e l'età che si fa sentire, non se la passa male: il lavoro procede al meglio e lui mantiene il suo fascino.
Nella nuova avventura in cui si trova coinvolto, però, dismette i panni di difensore per vestire quelli di detective privato.
Manuela è una giovane studentessa universitaria fuori sede, scomparsa da sei mesi. La procura sta per archiviare l'inchiesta. Guerrieri viene contattato da un collega per un incarico insolito: trovare gli elementi per dare nuovo impulso alle indagini sulla scomparsa della ragazza e rimandare la chiusura del caso.
L'avvocato fatica ad accettare l'incarico, dubbioso sulle sue capacità investigative e convinto di non poter fare nulla per i disperati genitori, poi, curioso e scettico allo stesso tempo, comincia a consultare gli incartamenti e a incontrare le persone coinvolte nell'inchiesta. Da questo momento, accompagnato da Caterina, la migliore amica di Manuela, l'avvocato ricostruirà tutta la vicenda e troverà i reali motivi della scomparsa della ragazza.
Siamo lontani dalle atmosfere forensi, dalle arringhe difensive e dai dubbi sulla reale colpevolezza dell'imputato, elementi a cui Gianrico Carofiglio, definito da molti il padre del legal thriller italiano, ha abituato i suoi lettori, ma nonostante questo il nuovo romanzo dell'autore, in libreria da alcune settimane, convince e appassiona.
E' proprio il caso di dirlo, il rinnovamento fa bene! Pur rimanendo, infatti, fedele al suo personaggio e a un clima a cui il lettore è affezionato, l'autore riesce, con abilità a mestiere, a innovare e ridipingere le pagine con tante piccole, grandi, nuove trovate che portano una ventata di freschezza.
Guido Guerrieri è l'avvocato Guerrieri che il lettore conosceva, ma questa volta fa l'investigatore; accanto a lui non c'è più Margherita, ma una nuova amica speciale e una giovane donna così sfacciata da fargli perdere il controllo; i suoi collaboratori sono gli stessi di sempre, ma con qualche volto nuovo...
Quello che rimane immutato in tutto il romanzo, però, è lo stile fresco, brillante, divertito e consapevole di Carofiglio, che si riconosce nelle battute pungenti, nei pensieri auto-provocatori, nelle descrizioni pulite e precise, nell'emozione reale delle citazioni, nel calore vivo di un personaggio con le contraddizioni e le debolezze di ogni uomo.
Una trama che funziona, pur nella sua semplicità, costruita con il giusto dosaggio di tutti gli ingredienti, volta a creare attesa nel lettore, che vuole scoprire la sorte di Manuela, tanto quanto è curioso di sapere come agirà Guido Guerrieri in determinate circostanze.
Nel complesso un romanzo all'altezza delle aspettative, che non delude il lettore affezionato, riuscendo comunque a stupirlo e a emozionarlo... in poche parole: bentornato Guerrieri!
(Chiara Bertazzoni)
Con l’avvocato Guerrieri…
Le perfezioni provvisorie di Gianrico Carofiglio, Sellerio 2010.
Il romanzo inizia con una telefonata di Sabino Fornelli, avvocato civilista, al nostro Guido Guerrieri per cosa “delicata e urgente”. Appuntamento veloce nel suo nuovo studio più grande del precedente. Spiegazione: aumento del personale con Maria Teresa passata da segretaria a praticante avvocato, il nuovo segretario Pasquale Macina e la peruviana Consuelo, figlia adottiva di un amico professore universitario.
La cosa “delicata e urgente” consiste nel ritrovare in qualche modo Manuela, la figlia dei signori Ferrero, improvvisamente scomparsa. Guerrieri traccheggia, tentenna, dopotutto non è un detective, ma alla fine accetta. E inizia la sua nuova avventura. Tutta la vicenda si svolge lungo trentotto giorni ed è raccontata dal nostro in prima persona. Al centro della scena proprio l’avvocato con il suo lavoro, i suoi clienti, il suo senso del dovere e di giustizia, i suoi ricordi, le sue speranze, le illusioni e disillusioni, il suo Mister Sacco (scoprirete cos’è) con cui si allena, le sue letture, i suoi dischi, la sua bicicletta, la sua solitudine. Lasciato da Margherita, presenza costante e dolorosa lungo tutto il racconto.
Ai lati la figura di caterina, amica di Manuela, giovane spigliata e intrigante che lo coinvolge sentimentalmente e quella di Nadia, ex prostituta da lui difesa e diventata amica.
Lunghi colloqui, ricordi, riflessioni, critica ironica sull’ambiente della giustizia (a volte gli sembra di assistere ad “uno spettacolo di insensata, mitica, demente bellezza”), e ai suoi frequentatori (vedi il cretino intraprendente dell’avvocato Scherani), sulla lunghezza dei processi e le persone che cambiano con il passare del tempo, sul problema della droga che emerge terribile e sembra interessare anche la scomparsa.
Qualche concessione a scontati cliché come il tassista nazista e il falso amico che chiede soldi in prestito, bella soluzione finale per la “mancanza” come in un racconto di Holmes.
Un po’ di lungagnata per quanto riguarda certi dialoghi ma niente frasette in corsivo, niente frasettine brevi e sincopate (che il Signore lo abbia in gloria), niente sciupio di parole ma una prosa semplice, garbata, colloquiale, venata di una triste ironia (forse qualche citazione di troppo). Insomma un modo espressivo che ci riappacifica con la nostra lingua. Buono.
(Fabio Lotti)
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